ROMA – Cinque voci straordinarie per cinque opere della Collezione MAXXI. Quattro attori, Sonia Bergamasco, Luca Zingaretti, Isabella Ragonese, Luigi Lo Cascio e una scrittrice, Michela Murgia, prestano la loro voce per raccontare rispettivamente le opere di Bruna Esposito, Doris Salcedo, Kara Walker, Margherita Moscardini e Maria Lai.
Il progetto Collezione da ascoltare giunge alla sua seconda edizione e riprende il via domenica 15 novembre, nell’ambito del palinsesto online del MAXXI #nonfermiamoleidee.
Le audiodesrizioni si sono rivelate un efficace strumento accessibile a tutti e pensato in particolare per le persone cieche, offrendo la possibilità di cogliere la “fisicità” delle opere, percependole anche con gli occhi chiusi.
I testi – redatti da Sofia Bilotta, responsabile dell’Ufficio Public Engagement del MAXXI, in collaborazione con Rosella Frittelli e Luciano Pulerà, partecipanti non vedenti ai programmi di P.E. del MAXXI – ricostruiscono la forma e le tecniche delle opere ma anche le sensazioni provate nell’esplorarle tattilmente.
Il programma
Domenica 15 novembre, Sonia Bergamasco ci porta alla scoperta di e così sia… di Bruna Esposito. L’opera è un grande mandala realizzato con semi e legumi e con le sembianze di una svastica con i bracci uncinati rivolti a sinistra. In questo modo il mandala recupera la forma e il significato originari, simbolo solare positivo e propiziatorio. Con la sua voce, Sonia Bergamasco restituisce la fisicità dell’opera, creando un paesaggio sonoro che è un inno alla natura.
Domenica 22 novembre, Luca Zingaretti descrive Plegaria Muda di Doris Salcedo. Si tratta di un’opera potente e dolorosa dedicata alle vittime senza nome di morti violente e ispirate a un fatto accaduto nel 2010 in Colombia: la scoperta di fosse comuni con i cadaveri di migliaia di civili falsamente accusati di essere guerriglieri. Una serie di tavoli di legno – disposti in modo irregolare, uno sull’altro, quello sopra capovolto, separati da uno strato di terra umida – occupa lo spazio, evocando l’immagine di un cimitero. Tra le assi dei tavoli rovesciati spuntano fili d’erba, simbolo di resistenza e speranza: nonostante tutto, anche in condizioni difficili, può vincere la vita.
Isabella Ragonese racconterà The Emancipation Approximation di Kara Walker, domenica 29 novembre. Il titolo è un’ironica citazione dell’Emacipation Proclamation con cui Lincoln abolì la schiavitù nel 1863. In questo lavoro, infatti, l’artista afroamericana mette a nudo stereotipi razzisti e sessisti oggi più che mai vivi nella cultura americana. L’opera è un lungo fregio composto da 134 silhouette di uomini, donne, bambini, animali. Una sorta di teatro di ombre che nei dettagli delle sagome nasconde scene di sesso e violenza. Sotto le apparenze raffinate e graziose delle silhouette che richiamano porcellane e cammei, l’umanità ritratta da Walker non ha pace né pietà.
Inventory. The Fountains of Za’atari di Margherita Moscardini sarà raccontata da Luigi Lo Cascio domenica 6 dicembre. La scultura è il modello a grandezza naturale in resina terra e sabbia di una delle 61 fontane che l’artista ha mappato nei cortili del campo profughi di Za’atari, in Giordania, ai confini con la Siria che, con i suoi 76mila abitanti, è il secondo più grande al mondo. Le fontane sono state costruite con materiali di risulta dai profughi. I progetti delle fontane di Moscardini sono in vendita: il ricavato va ai rifugiati che le hanno costruite.
Michela Murgia, infine, ci accompagna domenica 13 dicembre tra i fili, i nodi, le cuciture di Senza titolo di Maria Lai. I fili irrequieti che si ingarbugliano ci suggeriscono immagini e storie che Maria Lai ci invita a leggere con la fantasia, come sua nonna faceva con lei bambina.