ROMA – È Jimmie Durham (US, 1940), artista, poeta, politico attivista, ad inaugurare la stagione espositiva 2016 del MAXXI, con la mostra Sound and Silliness composta da quattro lavori, due audio e due video. È la seconda volta che l’artista statunitense espone in un museo pubblico di Roma. La sua arte tra ironia duchampiana ed etica, si dispiega tra i linguaggi più variegati, dal disegno alla scrittura, da assemblaggi inattesi a sculture complesse, da azioni performative al video e all’architettura, fino a dipanarsi attorno al nucleo tematico ora focalizzato sulla narrativa di una nazione, ora sui legami tra poteri politici e credenze religiose.
Le opere presentate al MAXXI sono state realizzate in Italia. Si tratta di Domestic Glass (2006) e I rondoni di Porta Capuana (2013), realizzata a doppia firma con Maria Thereza Alves, entrambe presentate da RAM, Radioartemobile, la prima nel 2006 nell’ambito della mostra Deposizione, la seconda in occasione della Notte Bianca di Parigi, nella playlist (Q.i. Q.i.) Les Oiseaux; i due lavori toccano alcuni dei temi centrali nella poetica dell’artista, coinvolgendo lo spettatore in una forte esperienza immersiva. I video, al centro della sala, sono piuttosto brevi, e come dice Durham “sciocchi”. Fleur de pas mal (2005) è l’azione ripresa a rallentatore di una grande pietra che cade in un contenitore pieno di vernice. A Proposal for a New International Genuflexion in Promotion of World Peace (2007) è invece un inno alla pace che l’artista mima come protagonista di un cinema muto. L’intento principale dell’artista è stato quello di accordare il più possibile le opere allo spazio museale in modo da renderle efficaci, fruibili e godibili dal pubblico. La mostra a cura di Hou Hanru e Giulia Ferracci, sarà visitabile fino al 24 aprile 2016.