Metamorfosi è il titolo dell’esposizione collettiva, curata da Daniele Agostini, visitabile fino al al 25 giugno 2017 al Museo d’arte Mendrisio. In mostra 24 artisti, alcuni noti altri meno, provenienti da vari paesi del mondo che, attraverso sculture e installazioni, offrono al visitatore uno spaccato della scultura contemporanea, trasformando il museo in una sorta di camera delle meraviglie. Le opere, infatti, non sono raccolte secondo un criterio scientifico, ma proposte proprio come il frutto di un accumulo collezionistico di eredità cinquecentesca. Si tratta dunque di un viaggio attraverso forme complesse, labirintiche, molecolari, spesso indefinibili nella loro bizzarria ed eccentricità, a metà strada tra il naturale e l’artificiale. Forme in divenire, in trasformazione, estroflesse e introflessa, che restituiscono appunto l’idea di metamorfosi. Da qui la scelta del titolo che può far riferimento al mondo naturale, ma anche allo sviluppo formale, può riferirsi al corpo umano, oppure alla mutazione delle cose da un materiale a un altro.
Il percorso della mostra, disegnato con la collaborazione degli artisti, appositamente per gli spazi del Museo d’arte Mendrisio, con l’intento di creare un discorso fluido e continuo, si apre nel grande salone d’entrata con l’opera di Carlo Borer. La rassegna apre con un enorme cuore pulsante di materiale tessile lungo otto metri che si anima grazie a un meccanismo del tutto simile all’organo umano, e prosegue tra le concrezioni in argilla e lacca di Julia Steiner, per passare alle costellazioni ornate di fiori e materiali plastici di Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger, alle viscere tradotte in porcellana da Ai Weiwei, ai cristalli in vetro acrilico di Alan Bogana, ai coralli in cemento di Christian Gonzenbach, alle forme in vetro multicromatico di John Armleder, ai fiori oscuri e scarlatti di Luisa Figini e Rolando Raggenbass, agli alveari lignei di Mirko Baselgia, agli elementi vegetali di Christiane Löhr, alle creature in legno e terracotta d’ispirazione biologica di Lorenzo Cambin, ai due cervelli gemelli in terracotta di Claudia Losi, ai percorsi sotterranei di Meret Oppenheim, alle forme sinuose e dinamiche di Tony Cragg e Jean Arp, alle creazioni erotico-vegetali di Serge Brignoni, alle costellazioni luminose in fili d’acciaio di Penelope Margaret Mackworth-Praed, alle porzioni di lava artificiale di Julian Charrière, ai funghi bronzei e ai cuori di zucca in silicone di Lupo Borgonovo, alle strutture molecolari in gesso di Selina Baumann, alle ramificazioni in acciaio cromato di Loris Cecchini, alle metafore naturalistiche di Teres Wydler, concludendo con due installazioni in contrapposizione: l’aerea, filiforme moltitudine di meduse creata da Benedetta Mori Ubaldini e la composizione materica in ferro e camere d’aria di Matteo Emery.
Il catalogo che accompagna la mostra contempla una presentazione della rassegna, schede critico-biografiche dei singoli artisti, tavole con le opere in mostra e fotografie delle sculture negli spazi del Museo d’arte Mendrisio.
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