ROMA – Miguel Gotor ha annunciato le sue dimissioni da assessore alla Cultura di Roma Capitale spiegando le ragioni personali e professionali che lo hanno portato a prendere questa decisione difficile, ma “necessaria”, come scrive sui social.
Gotor ha espresso il suo sostegno all’amministrazione attuale e ha dichiarato che il nuovo incarico sarà assunto da Massimiliano Smeriglio, “un politico di lunga esperienza e uomo di cultura“, che ha ricevuto il suo miglior augurio di buon lavoro.
Motivazioni personali: la famiglia al primo posto
La decisione di Gotor è stata dettata soprattutto da motivazioni personali. L’ex assessore ha spiegato come in questi tre anni abbia sentito crescere la necessità di essere più presente nella vita delle sue figlie di 8 e 13 anni. Gotor ha ammesso che, sebbene avesse sempre creduto che fosse più importante la qualità del tempo rispetto alla quantità, ha comunque sentito il bisogno di cambiare rotta.
Motivazioni professionali: tornare all’Università
Sul fronte professionale, Gotor ha spiegato che l’incarico di assessore è arrivato in un momento in cui aveva ripreso il suo lavoro accademico dopo un periodo di intensa attività politica dal 2013 al 2018. Accettare il ruolo significava interrompere improvvisamente il suo impegno accademico e editoriale, “se avessi rifiutato questo impegno mi sarei sentito un disertore. C’era un sentimento di riconoscenza e di amore per la mia città che sentivo il dovere di contraccambiare“. Dopo tre anni però- spiega – “sento l’esigenza di riprendere il percorso di professore e ricercatore”.
Gotor ha voluto esprimere gratitudine a tutte le persone che lo hanno supportato nel suo mandato. Ha ringraziato i colleghi della Giunta Capitolina, il personale del Comune di Roma, e il suo staff per il sostegno ricevuto. Ha rivolto anche un pensiero particolare agli artisti, agli operatori culturali e ai cittadini che ha incontrato in questi anni, riconoscendo il valore delle loro storie e aspirazioni.
L’ex assessore ha, infine, assicurato che continuerà a essere attivo in ambito culturale e civile, anche se in forme diverse rispetto al suo incarico pubblico.
“Ci sono tanti modi – conclude – per fare politica e impegnarsi civilmente: nel tempo che verrà mi troverete a fare lezione all’università e in libreria con i libri che scriverò, e chissà dove ancora. Senza dubbio non dimenticherò mai le centinaia di persone che ho incontrato in questi anni tra artisti, attori, musicisti, imprenditori culturali, organizzatori di mostre e concerti, insegnanti, ragazzi e ragazze le cui storie, richieste e aspirazioni ho ascoltato e provato a soddisfare, facendomi pensare che ne è valsa la pena”.