LUCCA – Fino al 17 settembre 2023, Forte dei Marmi ospita, negli spazi espositivi di Villa Bertelli, una grande mostra dedicata a Mimmo Rotella, tra i più grandi protagonisti mondiali dell’arte del secondo Novecento.
Mimmo Rotella, il genio poliedrico è il titolo dell’esposizione curata da Edoardo Falcioni, coprodotta con Oblong Contemporary Art Gallery di Dubai e Forte dei Marmi.
Mimmo Rotella, scopritore di tecniche pittoriche
Rotella, in circa sessanta anni di carriera, ha saputo creare una gamma infinita di sfumature artistiche e innovazioni stilistiche, tanto da essere considerato un “grande scopritore di tecniche e tipologie pittoriche”.
Rotella è stato in grado, sin dagli esordi negli anni ‘40, di appropriarsi di decennio in decennio di nuovi medium e innovazioni tecnico-stilistiche con cui ha progredito in una crociata artistica del tutto slegata dalla prigionia di una definizione o etichetta. Questo nonostante, intorno al 1960/1961, abbia aderito al Nouveau Réalisme, divenendo così l’unico italiano a far parte del movimento.
Rotella passò alla storia come un artista estremamente poliedrico, capace di spaziare tra diversi stilemi artistici: scegliendo di non limitarsi soltanto ad una sola tecnica o ad uno stile specifico, ma al contrario sperimentando sempre nuove strade.
È riuscito quindi a fondere insieme diversi elementi ed influenze per creare così un linguaggio artistico unico e personale, capace di includere al suo interno tutte le diverse pulsioni creative.
Proprio Restany, sul finire degli anni ’90, descrisse Rotella come “mezzo secolo di cultura urbana”, alludendo alla capacità dell’artista portare un respiro internazionale sulla scena artistica italiana, ancora imbrigliata tra Astrazione e Realismo.
La mostra
La mostra di Forte dei Marmi apre con i Décollages storici e retro d’affiches, che raccontano l’atto rotelliano di strappare i manifesti dalle strade per poi elaborarli e trasporli su supporti come tele e carte e creare così opere d’arte presentate come pittoriche.
Il percorso procede con l’esposizione degli Artypos. L’artypo rappresenta un’innovazione di linguaggio che andrà a costituire “il massimo raggio di esplorazione di tutta l’opera di Rotella”.
Le prime opere realizzate con questa innovativa tecnica, nacquero dall’intuizione di utilizzare gli scarti della tipografia nelle arti visive, e vennero esposti per la prima volta al pubblico nella retrospettiva al Teatro La Fenice di Venezia nel 1966.
Oltre a sancire il definitivo superamento della pittura e l’avvento di un nuovo tipo di arte “meccanica”, distinta dalle tecniche serigrafiche in auge negli Stati Uniti, questi lavori permettono a Rotella di soffermarsi, come già accaduto con i décollages più figurativi, sul mondo della pubblicità commerciale, qui decomposto per essere successivamente rielaborato e privato del suo significato originale, e per assumere così un nuovo valore estetico.
L’ultima sezione riguarda le nuove icone. Si tratta di opere che prendono forma attraverso la sovrapposizione di ritagli monocromi su immagini pubblicitarie, rappresentanti icone del cinema o della cultura popolare, utilizzati qui come veri e propri frammenti da ricomporre in un nuovo contesto.
A chiudere la mostra sono i Décollages recenti: le muse ispiratrici di Rotella. Queste ultime sono opere che dimostrano e mettono in risalto la fenomenologia culturale rotelliana con i suoi perenni rimandi al cinema e allo spettacolo in generale.
La mostra è a ingresso libero.
È aperta al pubblico tutti i giorni nei seguenti orari:
maggio, giugno, settembre
dalle 16:00 alle ore 19:00;
luglio e agosto
dalle 17:00 alle 22:00
Resta chiusa nei giorni dei concerti di Villa Bertelli Live 2023.