GENOVA – Era stata chiusa tre giorni prima del previsto la mostra a cura di Rudy Chiappini, dedicata a Modigliani, organizzata da MondoMostre Skira a Palazzo Ducale di Genova, in seguito a un decreto di sequestro, dopo che il collezionista d’arte toscano, Carlo Pepi, aveva sollevato alcuni dubbi sull’autenticità di ben 21 opere, ovvero la metà di quelle esposte.
In questo lasso di tempo le opere in questione sono state sottoposte a una perizia, che oggi è stata depositata in tribunale dal perito Isabella Quattrocchi. La perizia, si apprende da fonti qualificate, parla chiaro: le opere sono false, ad eccezione di un disegno. Scrive dunque il perito: “le tele esaminate sono state grossolanamente falsificate sia nel tratto che nel pigmento. Le cornici sono provenienti da paesi dell’est europeo e dagli Stati Uniti, per nulla ricollegabile né come contesto né come periodo storico a Modigliani”.
Al momento per questa vicenda risultano tre gli indagati, Joseph Gutmann, mercante d’arte ungherese prestatore di 11 quadri, Massimo Vitta Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira e il curatore Rudy Chiappini che dichiara: “Quei dipinti sono stati esposti anche da altre parti e la loro autenticità era basata su attribuzioni fatte da altri studiosi e esperti”. Nel frattempo Palazzo Ducale fa sapere di “essere parte lesa” e in una nota si legge “se le perizie relative all’esame sui pigmenti confermassero il giudizio negativo della perizia depositata il consiglio direttivo della Fondazione Palazzo Ducale deciderà quali iniziative intraprendere”. Spiega il legale della Fondazione palazzo Ducale avv. Cesare Manzitti: “La Fondazione Palazzo Ducale è parte offesa fin dall’inizio. Sono stati ipotizzati reati compiuti in danno della Fondazione. Siamo costituiti come parte offesa, seguiremo il procedimento”.
Soddisfatto il collezionista Carlo Pepi che, commentando la perizia, ha dichiartao: “Finalmente questa verità è venuta a galla. Sono contento che abbiano riconosciuto che la grana che ho piantato era giusta, e che i quadri sono falsi”.”Ero certo della falsità – ha aggiunto Pepi – ne sono sempre stato sicuro fin dagli anni ’80. Ora si è forse iniziato a capire che avevo ragione”. “E’ un buon inizio di anno, speriamo che si continui su questa strada” – ha infine concluso.
Attualmente le opere sono ancora sotto custodia nel caveau del Nucleo Tutela patrimonio artistico dei Carabinieri. Proseguono intanto le indagini per capire in che modo siano state raccolte e come siano confluite nella mostra di Genova.
Intanto si apprende che a breve partiràuna class action, da parte di Assoutenti Nazionale, per tutelare i visitatori della mostra. Secondo l’associazione i consumatori che hanno visitato l’esposizione hanno subito un’autentica frode. “Chi, attraverso il biglietto e i titoli di viaggio, può dimostrare di essere stato a visitare la mostra”, ha spiegato il presidente nazionale di Assoutenti Furio Truzzi “potrà chiedere il risarcimento”. Assoutenti ha anche inviato una lettera alla Fondazione per spiegare di aver ricevuto già diverse richieste di intervento sulla questione da parte dei propri associati, richiedendo un incontro urgente per arrivare ad una soluzione bonaria tra le parti.
Le opere sequestrate
Testa scultorea, 1910-11, disegno a matita grassa su carta
Cariatide Rossa/Gli sposi, del 1913, olio su tela
Ritratto di Moricand, del 1915, olio su tela
Ritratto di Jean Cocteau del 1916, disegno a matita su carta
Ritratto di Cham Soutine del 1917, olio su tela,
Cariatide à genoux, del 1913 circa, matita e gouache su carta
Nudo seduto del 1913-1914, matita e acquarello blu su carta
Cariatide del 1914, tempera su carta
Nudo disteso (Ritratto di Céline Howard) del 1918 circa, olio su tela
Ritratto di Mose Kisling del 1916, disegno a matita su carta
Testa di donna del 1917, olio su tela
Testa di donna dai capelli rossi del 1915, olio su tela
Donna seduta del 1916, disegno a matita su carta,
Ritratto femminile (La femme aux macarons) del 1917, olio su tela
Ritratto di Maria, 1918 circa, olio su cartone.
Tra i dipinti sequestrati anche quelli attribuiti a Moise Kisling, dopo che l’esperto Marc Ottavi, catalogatore ufficiale dell’opera del pittore polacco, ne aveva dichiarato la falsità.
Le opere sono Madame Hanka Zborowska nell’atelier, 1912 circa, olio su tela; L’atelier, 1918 circa, olio su tela; Natura morta con ritratto, 1918 circa, olio su tela; Giovane donna seduta, Kiki, 1924 – 26 circa, olio su tela; Grande nudo disteso (Portrait d’Ingrid), 1929-1932 circa olio su tela.