TORINO – Oltre 130 mummie di animali presenti al Museo Egizio di Torino, fino al 17 dicembre, saranno analizzate attraverso una TAC mobile. Verrà utilizzata la tecnologia definita “thin slice” che aumenta la velocità di esecuzione e la qualità delle immagini. La scansione, della durata di poco più di un minuto, permette la realizzazione di una immagine in 3D attraverso la quale sarà possibile conoscere in maniera più approfondita la mummia e il suo stato conservativo, aprendo la possibilità a nuovi studi sia medici che antropologici. Questa tecnica permette quindi di “spiare” all’interno di reperti senza produrre danni, al contrario di come si faceva fino a non molto tempo fa quando, per studiare il contenuto delle mummie, era necessario togliere le bende, trascurando in questo modo la conservazione.
Lo studio che il Museo di Torino realizzerà in questi giorni rientra nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale. La Tac, che sfrutta le radiazioni ionizzanti per ottenere immagini dettagliate dell’organismo, verrà eseguita sull’intero corpo della mummia e i risultati potrebbero mettere in risalto elementi importanti sui riti, le eventuali patologie e la causa di morte dell’animale.
In particolare verranno esaminati cani, gatti, ibis e coccodrilli, pesci, serpenti, falchi e altre specie per capire anche il valore che questi avevano nell’antico Egitto. La ricerca permetterà anche di acquisire nuovi elementi sulle diverse tecniche di preservazione dei corpi, dall’essiccazione, all’eviscerazione, all’imbalsamazione vera e propria, che potevano cambiare a seconda dell’animale trattato e dell’imbalsamatore che le eseguiva.