NAPOLI – I Faraoni tornano al MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La sezione Egizia del museo è stata infatti riaperta come aveva annunciato qualche tempo fa lo stesso direttore, Paolo Giulierini. La riapertura di questa importante sezione rientra nel progetto “Pompei e l’Egitto” che l’Archeologico ha sviluppato insieme al Museo egizio di Torino. “L’anima di un museo sono le collezioni che un museo possiede e i visitatori che un museo attrae – ha spiegato Giulierini – il nostro primo compito è la restituzione pubblica di opere, spesso capolavori, che il pubblico non conosce o non vede da tempo, e dunque l’apertura rinnovata di parti essenziali del percorso espositivo”.
La collezione del MANN è seconda a quella del Museo Egizio di Torino, ed è in realtà la più antica d’Europa. Si compone di due importanti e prestigiose raccolte private, quella dei Borgia e dei Picchianti. La prima si è formata ne corso del Settecento ad opera del Cardinale Stefano Borgia, mentre il secondo nucleo di opere, più recente, sono merito di Giuseppe Picchianti, marito della Contessa Angelica Droso, che viaggiò a lungo per i maggiori siti archeologici egiziani, raccogliendo un gruppo di notevole importanza di reperti, tra sarcofagi, vasi e mummie. Una parte della collezione Picchianti fu acquisita dal British Museum, mentre un’altra parte fu venduta dalla moglie al MANN.
Le due collezioni furono tuttavia precedute da un reperto appartenente alla Collezione Farnese, si tratta del cosiddetto “Naoforo”, che fu recuperato tra il XVI – XVII secolo a Roma, e che rappresenta un uomo in ginocchio con le braccia che reggono una sorta di cella (naos) che ospita una divinità, con tutta probabilità Osiride.
Il MANN attualmente conserva circa 2500 reperti tra mummie, statue, corredi funerari, utensili e papiri che risalgono fino al 2700 a.C. Un focus particolare è dedicato a una delle false mummie del Museo che, create nel XIX secolo con 8 frammenti umani provenienti da due farmacie napoletane, permette di approfondire l’uso dei corpi antichi nella produzione della polvere di mummia.Tra le novità invece anche un percorso per bambini, ai quali è dedicato un fumetto di Blasco Pisapia, disegnatore della Disney, intitolato “Nico e l’indissolubile problema egizio” (Electa) che rientra nel progetto di comunicazione adottato dal Mann “OBVIA – Out of Boundaries Viral Art Dissemination” in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e coordinato da Daniela Savy.
Il restauro e il riallestimento di questa sezione museale sono costati all’incirca un milione e duecento mila euro.
Intanto è già pronta la futura programmazione che si presenta molto ricca. Innanzi tutto sarà inaugurata, la prossima primavera, la Sezione Epigrafica con la pubblicazione della relativa guida Electa, a seguire un progetto sugli Etruschi a Pompei. Inoltre, in concomitanza con l’avvio dei lavori per la riapertura della collezione magno-greca, sarà presentata una mostra sul rapporto tra Pompei e la Grecia, nella Sala della Meridiana e a Pompei nella Palestra Grande. Infine il prossimo autunno è già in calendario una mostra in collaborazione con il Museé national Picasso-Paris sul rapporto di Picasso con l’antico, che si focalizzerà in particolare sulla leggendaria figura del Minotauro.