NEW YORK – Oltre 1000 metri quadri dedicati alle arti decorative, al design e alla scultura creati tra il 1500 e il 1900 in Inghilterra. 700 opere d’arte per 10 gallerie completamente reinventate per fornire una nuova prospettiva su di un periodo storico particolarmente audace. Il percorso museale si sviluppa attorno a 400 anni di cultura inglese caratterizzati da un forte impulso commerciale che ha rimodellato il design britannico.
Ogni oggetto esposto è un’opera d’arte eccezionale ed incarna anche una storia che può essere letta attraverso molteplici prospettive. Il risultato è un attento esame dell’Impero britannico e della sua sorprendente eredità artistica incentrata sul modo in cui gli artigiani e i produttori dovevano pensare fuori dagli schemi, a come utilizzare nuove tecnologie e come commercializzare.
Il Metropolitan Museum of Art di New York, che festeggia i 150 anni dalla sua nascita, ha affidato all’azienda italiana Goppion, leader mondiale nella produzione di sistemi espositivi e conservativi in ambito museale, la progettazione e realizzazione degli allestimenti per le nuove gallerie. Il team curatoriale dell’ambizioso progetto è stato guidato da Sarah Lawrence e Wolf Burchard, del Met, insieme a Roman e Williams, designer d’interni della Grande Mela.
Come spiega una nota “l’allestimento riprende in toto i materiali e le finiture dell’epoca, così come l’uso di colori ricchi e stratificati. Per esempio i colori a polvere e liquidi, nominati Cerchi Chiari e Cerchi Scuri (creati appositamente da Goppion per questo progetto), sono un rimando al bronzo e all’ottone tipici dell’Inghilterra Vittoriana”.
Ad accogliere i visitatori nella prima galleria, il busto in terracotta, probabilmente raffigurante il cardinale John Fisher, realizzato dal fiorentino Pietro Torrigiano, uno dei tanti artisti e artigiani europei che si fecero strada attraverso la Manica e si stabilirono in Gran Bretagna. Curiosa la galleria dedicata a “Tè, commercio e impero” costituita da 100 teiere inglesi. A presidiare questo spettacolo, una piccola ma potente figura di un commerciante del 1719, modellato in Cina dall’artista cantonese Amoy Chinqua.
La sezione finale delle gallerie esplora gli enormi cambiamenti di scala, ritmo e gusto provocati dalla Rivoluzione industriale nel corso del XIX secolo. Altre opere rappresentano i movimenti contro l’industrializzazione, le rivolte contro gli abusi del lavoro e la fine del mestiere puro.
La sfida di questo progetto allestitivo non si è limitata alla soddisfazione degli standard estetici e didattici. Il Department of Scientific Research (DSR) del Met ha infatti imposto norme di conservazione preventiva tra le più severe al mondo per garantire la sicurezza delle collezioni. “Goppion ha soddisfatto tali criteri per proteggere al meglio i manufatti da insidiosi fattori atmosferici e chimici come i voc, composti organici volatili, emanati dagli oggetti stessi” – sottolinea la nota. Inoltre, gli spazi ristretti delle gallerie hanno richiesto uno studio meticoloso dell’umidità relativa all’interno delle singole vetrine per preservare l’integrità delle opere.