TORINO – Il nuovo parco pensile del Lingotto, inaugurato recentemente, ospita fino al 13 febbraio 2021, nove opere di alcuni dei massimi scultori del Novecento, abitualmente custodite negli splendidi giardini del celebre museo di Saint-Paul-de-Vence.
L’esposizione delle sculture rappresenta un’anteprima della mostra Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto, a cura di Daniela Ferretti, che aprirà al pubblico il 16 ottobre 2021 presso la Pinacoteca Agnelli.
Il parco sul tetto del Lingotto, ricco di oltre 40.000 piante e circondato dalla storica Pista, divenuta oggi Pista 500, sperimenta così sin da subito in ogni aspetto la sua vocazione di punto d’incontro tra una concezione innovativa del verde urbano, una gloriosa tradizione industriale e la funzione di custodia e condivisione dell’arte già da molti anni esercitata dalla Pinacoteca Agnelli, ora in grado di proporre ai visitatori anche opere ambientate en plein air.
L’allestimento delle sculture e della mostra è curato da Marco Palmieri.
La mostra
Sono settantasette le opere esposte nella mostra Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto, lavori di grandi artisti del XX secolo, tra cui Braque, Calder, Chagall, Giacometti, Léger, Matisse e Miró, che hanno condiviso con altri maestri la passione e la visione dello straordinario progetto di Aimé Maeght e sua moglie Marguerite dando vita a un vero e proprio “atelier a cielo aperto” sulle colline di Saint Paul de Vence.
“Il titolo scelto per la mostra, “Atelier a cielo aperto”, merita qualche parola. – spiega la curatrice Daniela Ferretti – Appare capace di evocare a un tempo il profondo coinvolgimento degli artisti nel progetto dei fondatori, la luminosa atmosfera mediterranea che si respira a Saint Paul de Vence e l’essenza stessa della visione dei coniugi Maeght: creare un luogo per l’art vivant”.
La curatrice ha selezionato le opere della mostra torinese ponendo l’accento sulla possibilità per gli artisti ospitati a Saint Paul de Vence di misurarsi con i più diversi medium, impiegando talvolta anche tecniche e materiali diversi da quelli tipici della loro produzione abituale.
Il ruolo fondamentale del disegno
Lungo il percorso espositivo si incontrano ad esempio magnifici progetti a carboncino di Raoul Ubac per i suoi ieratici monoliti in pietra nera, disegni di Christo per la Mastaba da costruire nella Cour Giacometti, invenzioni poetiche e ironiche di Saul Steinberg, incantevoli delicate matite di Pierre Bonnard e lo sconfinato talento artistico di Matisse espresso attraverso il carboncino, l’inchiostro, la matita…
Anche di Alberto Giacometti e Eduardo Chillida si sono privilegiate opere grafiche: disegni a matita per lo scultore svizzero e incisioni per quello spagnolo-basco.
Una sala è interamente dedicata a Georges Braque, del quale si espongono oltre a un importantissimo olio su tela della serie degli Atelier, anche sculture in bronzo, in pietra e un tondo in ceramica.
Joan Miró nei lunghi mesi trascorsi ogni estate a Saint Paul ha potuto lavorare con la ceramica, il cemento, la lamiera metallica. La varietà di tecniche e dimensioni delle opere dell’artista catalano presenti in mostra sono un significativo esempio della sua incessante attività di sperimentatore.
La mostra sarà corredata da un catalogo edito da MondoMostre.