NUORO – Sono 430 i reperti archeologici di provenienza prevalentemente nuragica, recuperati dai Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari, che hanno in questo modo assestato un duro colpo a un gruppo di trafficanti che si muoveva tra la Sardegna e la Svizzera, crocevia del traffico internazionale di reperti.
La trattativa diplomatica, che ha portato al recupero dei reperti è iniziata nei primi mesi del 2015, con uno studio legale svizzero, depositario dei reperti trafugati dal territorio italiano ed illecitamente esportati.
Si tratta di un patrimonio di inestimabile valore che è rientrato in Italia il 1° aprile all’Agenzia delle Dogane di Chiasso, dove i carabinieri, coordinati dal capitano Paolo Montorsi, hanno prelevato e portato in Sardegna la collezione. Da allora è cominciato un incessante lavoro di catalogazione e datazione dei reperti da parte degli Archeologi della Soprintendenza ai beni Archeologici di Cagliari e Nuoro.
Tra i reperti ci sono numerosi bronzetti: navicelle, guerrieri, lance, fibbie, spille, monili, lucerne votive, punte di freccia, rarissimi oggetti votivi in bronzo, raffiguranti alcuni animali, i cui ritrovamenti sono ubicati solo nella provincia di Nuoro e un guerriero offerente ed un arciere, simili per fattura,come tutta la bronzistica sarda, alle statue dei Giganti di Monte Prama. Ci sono inoltre anche punte di freccia e utensili in ossidiana, collane di epoca romana. “Materiale frammentario ed eterogeneo, che ha riscontro in reperti simili rinvenuti in siti archeologici della Sardegna in particolare nel Nuorese”. Hanno spiegato i due funzionari della Sovrintendenza, Gianfranca Salis e Antonio Sanciu, che in conferenza stampa, hanno illustrato i particolari dei 430 reperti rimpatriati dalla Svizzera dopo un lascito testamentario di una persona deceduta originaria diun paese del Nuorese. Alcuni pezzi sono stati danneggiati da restauri improvvidi, ma sembra che all’interno della collezione ci sia anche qualche falso. Non è possibile quantificare il valore della collezione: “Dipende dall’epoca storica in cui sono stati acquistati – hanno precisato Salis e Sanciu -, se ovviamente sono stati pagati. Quel che è certo – hanno sottolineato i carabinieri – è che si tratta di una delle più importanti collezioni di reperti archeologici rinvenute negli anni 2000”.
Alcuni reperti, circa un centinaio, sono risultati riproduzioni di pregiata fattura, realizzate in serie e riconducibili all’epoca moderna. Attualmente, i carabinieri, sotto il coordinamento del pm Nuoro, Emanuela Porcu, i carabinieri stanno proseguendo le indagini per accertare l’origine e la formazione della collezione e ad individuare i responsabili dell’esportazione dei beni autentici e della produzione di quelli giudicati falsi.