VENEZIA – Alcuni luoghi conservano tracce silenziose del tempo, testimonianze di epoche intrecciate tra memoria e trasformazione. Palazzo Vendramin Grimani, affacciato sul Canal Grande, è uno di questi spazi, un palcoscenico che ha visto susseguirsi famiglie illustri, collezioni preziose e grandi personalità della storia veneziana. Dal 12 aprile al 23 novembre 2025, la Fondazione dell’Albero d’Oro apre le porte della sua sede con la mostra Di storie e di arte. Tre secoli di vita a Palazzo Vendramin Grimani, curata da Massimo Favilla e Ruggero Rugolo, con allestimento di Daniela Ferretti.
Un itinerario attraverso le vicende di chi ha abitato e trasformato questo palazzo, restituendo alla città un frammento di storia fatto di oggetti, documenti e capolavori ritrovati. Frutto di una ricerca iniziata nel 2020 e destinata a confluire in un volume dedicato, la mostra presenta un ritratto inedito della vita privata di chi, nel corso dei secoli, ha abitato questi spazi, lasciando un segno nella cultura e nel collezionismo veneziano.
Un palazzo, una storia lunga tre secoli
Situato nel cuore del sestiere di San Polo, tra il ponte di Rialto e la Volta de Canal, Palazzo Vendramin Grimani fu ricostruito agli inizi del XVI secolo, mantenendo le sue attuali forme protorinascimentali. Le famiglie Vendramin, Grimani Giustinian, Marcello e altri proprietari successivi hanno lasciato un’eredità tangibile, stratificata nei secoli attraverso il gusto collezionistico e le trasformazioni architettoniche dell’edificio.
La mostra ricostruisce questi passaggi attraverso un’accurata selezione di opere d’arte inedite, arredi, documenti d’archivio e oggetti della vita quotidiana. Tra i pezzi più preziosi figurano quattro pastelli di Rosalba Carriera, un dipinto di Angelica Kauffmann, abiti originali, ceramiche, porcellane, vetri e fotografie storiche, testimoni di un’epoca e di un modo di vivere ormai perduto.
Arte, musica e vita quotidiana
L’esposizione si sviluppa nel primo piano nobile del palazzo, portando il visitatore alla scoperta delle storie e delle passioni di chi vi ha vissuto. Il doge Pietro Grimani (1677-1752), uomo di lettere e raffinato intellettuale, è tra i protagonisti di questa narrazione. Attraverso i suoi interessi e la sua collezione, il pubblico potrà immergersi nella vita culturale della Venezia del Settecento.
Le sale della mostra si trasformano in tappe di un racconto evocativo. La musica, elemento imprescindibile della società veneziana, trova spazio in una sala dedicata, dove strumenti d’epoca, spartiti e altri reperti illustrano la passione per la scrittura e la pratica musicale delle famiglie Grimani Giustinian e Marcello.
Un’altra sezione è riservata all’infanzia e ai giochi, restituendo uno sguardo intimo sulla quotidianità dei più piccoli nei secoli passati. Il tema della convivialità e dell’arte del ricevere emerge invece attraverso una raffinata esposizione di porcellane, vetri e argenti, che raccontano il valore sociale della tavola come luogo di rappresentanza e relazione.
Un’esperienza tra storia e tecnologia
A rendere il percorso ancora più coinvolgente contribuisce l’uso di video e animazioni, che restituiscono vitalità ai personaggi legati alla storia del palazzo. Questi strumenti digitali permettono ai visitatori di incontrare virtualmente gli antichi abitanti di Palazzo Vendramin Grimani, dando voce e corpo alle figure che ne hanno segnato il destino. Grazie a questo approccio, la mostra non è solo un viaggio nel passato, ma un’esperienza emotiva e immersiva che invita a riscoprire la vita in un palazzo veneziano attraverso gli occhi di chi vi ha vissuto.
Con Di storie e di arte. Tre secoli di vita a Palazzo Vendramin Grimani, la Fondazione dell’Albero d’Oro consente di esplorare la dimensione più intima di uno dei grandi palazzi veneziani, restituendo al pubblico non solo la bellezza dei suoi tesori, ma anche la complessità delle esistenze che lo hanno abitato.