“Equivalenze”, la personale dedicata agli ultimi lavori di Giuseppe Penone, è a Roma, ospite della Gagosian Gallery fino al 15 aprile 2017.
La mostra, contestuale al grande allestimento realizzato dall’artista negli spazi della maison Fendi presso il Palazzo della Civiltà Italiana, è di forte impatto emotivo.
Nelle 8 opere esposte, Penone rende evidente la relazione di equivalenza che intercorre tra l’uomo e la natura, due entità distinte eppure legate l’una all’altra.
Il processo scultoreo traduce l’essenza di questo legame, che diventa visibile nell’impronta gestuale lasciata dall’artista sui materiali costitutivi dei propri lavori.
Argilla, metallo e bronzo, esibiscono le tracce dell’incontro con l’energia vitale umana e infatti le quattro grandi opere che occupano le pareti della sala ovale della galleria, custodiscono la fisicità dello scultore.
L’artista manipola piccole porzioni d’argilla, che prendono la forma della sua forza e del suo carattere. Queste sculture sono poi organizzate e fissate su piastre metalliche, dove i segni dell’ossidazione evocano forme naturali. L’interazione tra le diverse componenti, sembra dare vita a figurazioni di paesaggi, quali luoghi costruiti dal costante rapporto tra l’uomo e la natura.
Tutto il lavoro di Penone, del resto, è incentrato sul coinvolgimento attivo con l’ambiente ed è strettamente collegato al concetto di tempo. Quest’ultimo modifica l’uomo, sia interiormente che nei caratteri esteriori e allo stesso modo, incide sulla natura, determinandone variazioni e mutamenti. Tuttavia, lo scorrere del tempo non elimina ciò che è stato; le trasformazioni che avvengono, lasciano sui corpi tracce stratificate. Così, le opere sono luoghi e spazi di memoria, che raccontano le dinamiche dei processi da cui sono state originate.
Nel video presente in mostra, l’artista rende lo spettatore partecipe del percorso che ha portato alla realizzazione dei lavori. Nelle varie fasi, i suoi gesti si trasformano in quei segni che è possibile ammirare nei corpi delle opere. Il gesto è scultura, una scultura misurata sull’identità fisica dell’artista, che con essa si relaziona al resto del mondo. I disegni esposti parlano appunto di questo.
I titoli “Scultura come gesto della mano”, “Pugno di grafite- palpebra 2” e “Le forme equivalenti della terra” sembra quasi che traducano in parole il senso del lavoro dello scultore, il suo modo di percepire l’arte, la scultura e la relazione con l’esterno. L’uomo agisce ed è agito, modifica ed è modificato. La sua vita è un continuo scambio di gesti con l’ambiente che lo circonda. La potenza di tale relazionalità, si esprime nelle due grandi fusioni in bronzo, nate da calchi in gesso di alcune parti di albero. In questi lavori, dialoganti con quelli alle pareti, uomo e natura appaiono completamente interconnessi, quasi a generarsi l’un l’altra. Gli alberi, dalle radici antropomorfe, sembrano attingere nutrimento attraverso l’uomo, che a sua volta prende forma dagli stessi vegetali. In questo scambio di forme e di energia, uomo e natura si guardano e si confrontano.
Vademecum
Giuseppe Penone
“EQUIVALENZE”
27 gennaio – 15 aprile 2017
Gagosian Gallery
Via Francesco Crispi, 16 – Roma
Orari: martedì-sabato; 10:30-10.00