Una nuova piattaforma digitale. Una nuova prospettiva sotto il nome Poetronicart. Ci racconti di cosa si tratta?
Poetronicart è una start-up di ultima generazione tecnologica. Una necessaria risposta “biologica” in un periodo che ci sta (ri)plasmando sotto due pressioni epocali: da una parte la spinta antropologica, il cambiamento che l’Intelligenza Artificiale porta all’umanità, dentro quella dimensione che James Lovelock ha definito Novacene; dall’altra una spinta specifica come la pandemia, acceleratore di particelle relazionali che modifica i vecchi modelli di pensiero e azione. Prevedo un futuro sempre più digitale ma dove l’umano si integri ai fasti tecnologici, migliorando così la salute, l’amore, la qualità del quotidiano, l’etica diffusa, il tempo d’occupazione, le relazioni umane, il tempo liberato, la disciplina economica…
Quindi Poetronicart offre servizi di varia natura all’interno di un settore che ha sempre avuto una natura fisica
Esattamente. Poetronicart si rivolge ad un’ampia tipologia di utenti che utilizza l’arte in vari modi. I nostri servizi vanno dal tema degli archivi digitali alle attività commerciali, dai modelli d’insegnamento online all’esposizione virtuale, dalla realtà immersiva al mondo dei token, dall’editoria all’attività fieristica… La sfida è quella di cambiare il vecchio sistema di pensiero, spiegando agli utenti la necessità di un salto tecnologico che allinei forma e funzione al tempo degli algoritmi.
Quali sono le priorità che ti poni come direttore artistico di un progetto digitale?
La prima cosa su cui mi sto impegnando è l’individuazione delle priorità su cui operare. Quando potresti fare potenzialmente tutto, a quel punto devi focalizzarti su una gerarchia d’azione, su un piano che costruisca narrazioni efficienti e razionali, per generare azioni ramificate che, a loro volta, producano conseguenze funzionali. L’azione deve essere specifica e “didattica” nel periodo iniziale, offrendo istruzioni limpide con format essenziali ma complessi. Il cliente/fruitore ha bisogno di soluzioni che risolvano le cose con efficienza, intuitività, giusto costo e sostenibilità. Per fidelizzare un utente serve un allineamento graduale al pensiero tecnologico, un lavoro che oggi parte dal linguaggio, dall’accesso alle informazioni, dalla capacità di isolare le bad news e le fake news, dagli strumenti per adattarsi agli habitat professionali.
Quali sono le innovazioni su cui punterete per distinguervi dalle piattaforme già esistenti?
Poetronicart sta costruendo un Art Business Village, un cluster tecnologico che fornirà servizi continui, senza limiti di spazio e tempo, disponibili ovunque e accessibili a chiunque. Il Village dovrà diventare un mondo parallelo e non più secondario, integrabile ai nostri processi solidi, un cloud referenziato che incanali le nostre passioni e il nostro business dentro uno spazio omogeneo ma permeabile.
Cosa significa essere direttore artistico di una piattaforma digitale?
Ho davanti a me molti strumenti di un’orchestra che copre l’intero scibile sonoro. Come direttore artistico della zona teorica, oggi mi appresto a definire le armonie e le melodie su cui impegnare energie e risorse. In termini concreti, assieme a Giovanni Abelli e Stefano Angelini ci si confronta per focalizzare le zone ad alto voltaggio, quelle che per prime necessitano di una strategia digitale e una collocazione liquida. Ad esempio, raccolgo molti feedback dalle tante persone che mi contattano per avere informazioni, permettendomi di capire le urgenze e i vuoti di mercato; di conseguenza, la forma della mia direzione non è più verticale ma satellitare, un continuo muoversi tra le isole dell’arcipelago operativo, agendo dove si evidenziano priorità, connettendo le isole ovunque sia possibile.
Quale aspetto trovi oggi più urgente da affrontare?
Il primo cambiamento riguarda gli artisti, il loro ruolo nell’organizzazione della filiera. Venendo meno il peso strategico della galleria (i galleristi sono le principali vittime della pandemia, si salvano solo i colossi, i mercanti e i piccolissimi con costi minimi) gli artisti si ritrovano con meno certezze dentro un sistema che sta ridefinendo le sue consuetudini. Per questa ragione noi di Poetronicart stiamo creando un cloud in cui l’artista cuce assieme l’archivio digitale, il sito web informativo e una piattaforma e-commerce. Un sistema circolare che metterà ordine nelle carriere, nell’immagine pubblica, nella gestione dei propri cicli, nel processo relazionale e, appunto, nei margini globali di compravendita. Partire da qui mi sembra la strada giusta per andare molto lontano…