ROMA – L’esposizione, che vede coinvolte tre diverse istituzioni, Museo Egizio, Soprintendenza di Pompei e Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è stata presentata dal ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini che ha commentato l’iniziativa dichiarando: “È la prova che tre istituzioni diverse fra loro possono costruire un progetto di interesse internazionale importante per gli studiosi con grandi capacità attrattive anche per il turismo”.
Denominatore comune di questo progetto espositivo è dunque l’Egitto. Lo scopo delle tre tappe sarà quello di raccontare e ripercorrere gli influssi sociali, politici, artistici, e spirituali che dalle sponde del Nilo hanno interessato anche altre culture e civiltà, in particolare quelle affacciate sul Mediterraneo.
Le tre istituzioni rileggeranno l’articolato dialogo instauratosi tra i reperti egiziani di epoca faraonica e le opere di età ellenistico-repubblicana e imperiale che ne hanno accolto e riletto l’iconografia.
Il 5 marzo il Museo Egizio di Torino aprirà al pubblico uno spazio di 600 mq, dove saranno allestiti oltre 300 reperti, provenienti dalla Soprintendenza di Pompei e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e da altri musei italiani e stranieri. I pezzi comprenderanno fregi, pitture, vasellame e sculture attraverso i quali sarà possibile ricostruire le trame di un dialogo continuo e fecondo tra arte egiziana e arte greco romana. Nove saranno le sezioni che ripercorreranno e approfondiranno gli influssi che portarono alla grecizzazione degli dei egiziani, come alla diffusione di alcuni culti egiziani in Italia, in particolare nei siti vesuviani. Saranno esposti per la prima volta gli affreschi dell’Iseo Pompeiano o della Casa del Bracciale d’Oro a Pompei, e inoltre, proveniente dal Museo Archeologico della Sibaritide, il Toro cozzante, bronzetto del IV secolo a.C., simbolo della città di Thurii.
Il 16 aprile sarà la volta di Pompei, dove uno scenografico allestimento, realizzato dall’architetto Francesco Venezia, riunirà nella Palestra Grande, alcuni pezzi di grande pregio, provenienti dalla collezione permanente del Museo Egizio di Torino, tra cui sette statue con testa di leone della dea Sekhmet e la statua seduta del faraone Tutmosi III. L’esposizione delle opere, alcune delle quali, usciranno per la prima volta fuori dal Museo torinese, sarà accompagnata da una installazione di Studio Azzurro.
Il 28 giungo infine inaugurerà l’ultima tappa di questo percorso, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un confronto con le collezioni permanenti, di recente inaugurate, consentirà di comprendere maggiormente l’attenzione riservata da questo territorio ai culti provenienti dall’oriente attraverso l’Egitto.
Infine il dialogo con l’Egitto continuerà anche dopo la chiusura della mostra. L’8 ottobre infatti verrà riaperta, dopo cinque anni di lavori, la collezione egizia del Museo di Napoli, con l’esposizione di oltre 1200 oggetti, che saranno disposti in cinque sale tematiche, arricchite da supporti multimediali, e una segnaletica realizzata con l’università L’Orientale di Napoli.