ROMA – A spiegare cosa sia stato il Bauhaus è il documentario “Bauhaus Spirit. 100 anni di Bauhaus” di Niels Bolbrinker e Thomas Tielsch, in onda venerdì 8 gennaio alle 19.30 su Rai5.
Il racconto procede in parallelo tra passato e presente, partendo dalla fondazione dell’innovativa scuola, la Staatliches Bauhaus, ideata da Walter Gropius a Weimar nel 1919, spaziando per realtà simili, ma esteticamente molto diverse per impatto e regime urbano. Quando si cita il termine “Bauhaus” oggi si pensa a uno stile e a un determinato modo di vivere. A inizio del XX secolo il Bauhaus nasceva come scuola e luogo sperimentale dove intellettuali, architetti, designer, artisti e creativi del periodo si erano riuniti per dare inizio a nuove regole di vita, più libere e a misura d’uomo. È da qui che il duo svizzero di architetti, gli Urban Think Tank, trae spunto per la propria ricerca finalizzata a costruire una palestra verticale nelle favelas colombiane, ottimizzando spazi e materiali di recupero per creare un luogo di incontro per chi non ce l’ha. A volte i risultati ci sono: calo della criminalità, aggregazione comunitaria. Altre volte, per la maggior parte, invece si rivelano grandi flop, come accade con lo spaventoso – per grandezza e fattezze – nucleo di edifici abitativi della banlieue parigina de “La Grande Borne”, oggi abbandonata.
Dopo il documentario dedicato al Bauhaus, la serata prosegue alle 21.15 con “Art Night” che ci conduce in due musei parigini diventati icone nel mondo, il Louvre e il Museo d’Orsay, con due documentari in prima visione. La puntata è introdotta da Alessio Aversa alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove il direttore Giulio Manieri Elia racconta alcuni aneddoti sul suo museo.
Il primo documentario è “Un martedì al Louvre” di Nadia Cleitman. Un martedì d’inverno, quando il museo è chiuso, è comunque un giorno attivissimo, perché tra lavori di restauro, pulizia delle stanze, spostamento delle opere ed esercitazioni di sicurezza, gli impiegati del Louvre non si fermano mai.
A seguire il documentario “Il Museo d’Orsay, lo spettacolo dell’arte”, scritto e diretto da Bruno Ulmer. Un affascinante e curioso viaggio dietro le quinte di uno dei più famosi e visitati musei del mondo, con oltre tre milioni di visitatori l’anno e una collezione di quasi 100 mila opere, 70 mila delle quali custodite nei depositi. Il documentario lo racconta dal vivo nella sua quotidianità per scoprire le storie dietro le opere e per vedere ciò che, di solito, non si vede. E l’importanza del ruolo di tutti all’interno dell’istituzione: dai lavoratori che spostano le opere agli amministratori, inclusi restauratori, curatori, registi, museografi.