New York, 1951
La Seconda guerra mondiale è alle spalle, nell’aria si respira voglia di novità e trasgressione. Una nuova generazione di artisti americani prepara il cammino verso quella che sarà la rivoluzione culturale degli Anni Sessanta. Sono i temi al centro dell’ultimo episodio della serie ”Tre città, un secolo”, in onda domani alle 18.55 su Rai5.
Nei locali della Grande Mela i più grandi jazzisti cambiano per sempre la storia della musica e Jack Kerouac quella della letteratura; al cinema Marlon Brando propone un innovativo modo di recitare e nelle case borghesi la televisione e la pubblicità iniziano la loro inarrestabile conquista del mondo della comunicazione.
Grandi pittrici
Artemisia Gentileschi, Rosa Bonheur, Berthe Morisot, Sofonisba Anguissola o Elisabeth Vigée Lebrun sono nomi che solo pochi esperti sanno collocare nella giusta corrente artistica o epoca storica. In realtà si tratta di pittrici che hanno lasciato un segno nell’arte occidentale, per tradizione narrata principalmente al maschile. Sono loro le protagoniste di “Quattro secoli di arte al femminile” in onda giovedì 15 dicembre alle 19.50 su Rai5.
Dal Rinascimento al Novecento, l’apporto dell’arte al femminile è stato grande, anche se maturato sempre tendenzialmente nell’ombra. Tra il XVI e XX secolo, molte donne hanno prodotto capolavori degni dei più grandi nomi delle correnti artistiche occidentali. Questo documentario vuole rendere omaggio a quelle artiste che, nell’arco di quattro secoli, hanno saputo continuare a dipingere e rappresentare il mondo attraverso la loro sensibilità e il loro talento, pur rimanendo spesso lontane dall’ufficialità delle accademie.
Dal Rinascimento al Novecento, l’apporto dell’arte al femminile è stato grande, anche se maturato sempre tendenzialmente nell’ombra. Tra il XVI e XX secolo, molte donne hanno prodotto capolavori degni dei più grandi nomi delle correnti artistiche occidentali. Questo documentario vuole rendere omaggio a quelle artiste che, nell’arco di quattro secoli, hanno saputo continuare a dipingere e rappresentare il mondo attraverso la loro sensibilità e il loro talento, pur rimanendo spesso lontane dall’ufficialità delle accademie.
Dante per Roma
“Lo smarrimento di Dante nella selva, l’inizio della Divina Commedia: siamo tutti smarriti in fondo. È smarrita la società, è smarrita la cultura, forse oggi ancor più che in passato, e quindi la Commedia è un grande punto di riferimento, anche come smarrimento nei luoghi dell’Italia lacerata e attraversata da Dante ai suoi tempi. Tra questi luoghi per Dante ha un rilievo del tutto particolare Roma, e a Roma Franco Ricordi ha recitato vari canti della Commedia, in un programma che continuerà per tre anni, scegliendo i luoghi storici di Roma”. Così lo storico della letteratura Giulio Ferroni introduce il documentario di Rai Cultura “Dante per Roma – Inferno”, in onda giovedì 15 dicembre alle 22.40 su Rai5.
Realizzato nell’estate 2016 con la regia di Laura Vitali, in occasione dello spettacolo “Dante per Roma”, il documentario ripercorre le tappe della messa in scena dell’Inferno di Dante Alighieri, nell’interpretazione di Franco Ricordi, attore e regista teatrale, nelle splendide ambientazioni di Roma antica: la tomba di Cecilia Metella e le Terme di Diocleziano. Attraverso la testimonianza critica di Giulio Ferroni, storico della letteratura, sono commentati i versi e vengono ricordate le grandi figure protagoniste della prima cantica della Divina Commedia: Virgilio, Paolo e Francesca, Pier delle Vigne, Vanni Fucci, Ulisse e il conte Ugolino.
Il documentario è stato realizzato in collaborazione con la Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, il Parco Archeologico dell’Appia Antica e il Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano.