In un celebre editoriale del 1928 su “Domus” (la rivista da lui fondata) dal titolo “La casa all’italiana”, Gio Ponti scrive quello che può essere considerato il manifesto del suo pensiero.
Per Gio Ponti “arte, architettura, design si devono fondere per creare un ambiente che sia in grado di offrire non tanto il comfort inteso nella sua meccanica applicazione di standard dimensionali, che garantiscano il minimo spazio vitale, quanto invece il conforto necessario a nutrire anche l’anima dell’uomo moderno, così come insegna la tradizione classica italiana”.
Il documentario a lui dedicato, che andrà in onda su Rai 5 venerdì 1 febbraio, ripercorre la sua attività, i suoi progetti e le sue realizzazioni. Dalle “case tipiche”, costruite soprattutto a Milano, agli edifici Montedoria e Montecatini, ai Grandi Magazzini Bijenkorf di Eindhoven, alle ville a Caracas, alle sue infinite creazioni dovute alla fervida attività nel campo del design e dei rapporti con l’industria.
Poi l’esperienza di “Domus” che diventa non solo una rivista, ma uno strumento internazionale di dibattito e di crescita interdisciplinare. E poi ancora le sue opere che spaziano in ambiti differenti come le Chiese di San Francesco a Milano e la Concattedrale di Taranto, le collaborazioni con Ginori, le invenzioni nella ceramica e nella porcellana e la progettazione di mobili e oggetti di design di ogni tipo che lo portano a diventare, insieme a pochi altri, l’inventore del “Made in Italy”.
Infine, quello che viene considerato il capolavoro nella sua Milano, il grattacielo Pirelli, edificio che cambia la scena e lo skyline della Milano del Dopoguerra.
Saranno le parole dello storico dell’architettura Fulvio Irace, dello scrittore e designer Stefano Casciani, di Salvatore Licitra, nipote e responsabile di Gio Ponti Archives, di alcuni importanti architetti italiani a raccontarci la straordinaria storia di questo grande innovatore.