ROMA – Straordinario ritrovamento a Roma nel corso dei lavori per la “Riqualificazione del Mausoleo di Augusto e Piazza Augusto Imperatore”. Si tratta di una testa in marmo, forse di Afrodite.
“Roma – dice il Sindaco della Capitale Roberto Gualtieri – continua a restituire preziose testimonianze del suo passato: una splendida testa in marmo integra è stata ritrovata durante i lavori a Piazza Augusto Imperatore curati dalla Sovrintendenza. Archeologi e restauratori sono impegnati nella pulitura e nello studio del reperto“.
Una divinità femminile
“La testa appena ritrovata, di elegante fattura, scolpita in marmo greco – spiega il Sovrintendente Capitolino, Claudio Parisi Presicce – appartiene probabilmente a una statua di divinità femminile, forse Afrodite, di dimensioni naturali”.
“Mostra una raffinata acconciatura di capelli raccolti sul retro grazie a una ‘tenia’, un nastro annodato sulla sommità del capo” – continua il Sovrintendente Capitolino che aggiunge: “Grazie al lavoro attento degli archeologi e delle archeologhe della Sovrintendenza, siamo in grado di approfondire la conoscenza di un quadrante della città che stupisce per la ricchezza della sua storia millenaria”.
“Il reperto – spiega ancora Presicce – è stato rinvenuto nella fondazione di un muro tardoantico ma si conserva integro; riutilizzato come materiale da costruzione giaceva con il viso rivolto verso il basso, protetto da un banco d’argilla sul quale poggia la fondazione del muro. Il riuso di opere scultoree, anche di importante valore, era una pratica molto comune in epoca tardo medioevale, che ha consentito, come in questo caso, la fortunata preservazione di importanti opere d’arte”.
“La testa – conclude – è al momento affidata ai restauratori per la pulizia, e agli archeologi per una corretta identificazione e una prima proposta di datazione, che appare ancorata all’epoca augustea”.
L’auspicio per la sua valorizzazione
“La scoperta a Roma di una testa in marmo bianco – sottolinea infine il presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio, Luciano Crea – che come dicono gli esperti potrebbe risalire a una prima datazione all’epoca augustea, per quella che potrebbe essere una divinità femminile, ricorda un altro famosissimo ritrovamento, avvenuto quasi per caso nel 1820 nell’isola di Milo in Grecia. Il mio augurio è che la sensazionale scoperta di oggi possa essere valorizzata e ottenere successo, magari sognando la popolarità della Venere esposta al Louvre. Del resto Roma in quanto ad opere d’arte non è seconda a nessuno”.