ROMA – Dalle ore 20 del 22 maggio una imponente installazione di Giuseppe Penone – intitolata ‘Foglie di pietra’ troneggia a largo Goldoni a Roma, dinanzi a Palazzo Fendi. La casa di moda, infatti, dopo il restauro della Fontana di Trevi e del complesso delle Quattro Fontane, del restauro e della manutenzione delle Fontane del Gianicolo, del Mosè, del Ninfeo del Pincio e del Peschiera, dell’apertura al pubblico del primo piano (ora anche spazio espositivo) del suo quartier generale presso il Palazzo della Civiltà Italiana, riconferma il suo impegno nella promozione dell’arte e della cultura, ma anche il suo legame con Roma, sostenendo quest’ultima opera di Penone. Si tratta di una delle più complesse opere dell’artista. La scultura si compone di due alberi di bronzo, alti rispettivamente 18 e 9 metri, i cui rami si intrecciano fino a sollevare, a 5 metri da terra, un blocco di marmo scolpito, di 11 tonnellate.
“La necessità – ha spiegato Penone – era di non occupare troppo spazio in superficie. Da qui è nata un’opera che si sviluppa in altezza. La scelta di sollevare 11 tonnellate e sollevarle dal suolo credo che susciti stupore in prima analisi e successivamente una riflessione sulla stessa opera. Lo stupore ha la funzione di veicolare l’interesse sul contenuto dell’opera che ha a che fare con la realtà che ci circonda, con l’architettura di Roma fondata su elementi naturali. Da qui il titolo Foglie di Pietra. Il marmo l’ho sollevato da terra per far pensare che le rovine di Roma sono nel sottosuolo e quella in alto è la futura civiltà”.
L’arte di Penone, ha spiegato il vice sindaco Luca Bergamo, crea “un dialogo nuovo tra storia, contemporaneo e futuro”. “La sfida di Roma – ha aggiunto Bergamo – oggi è cercare un equilibrio tra arte contemporanea e passata ma anche incidere sulla percezione che il mondo ha della Capitale. Roma ha la stessa vitalità culturale di altre capitali europee ed opere come questa sono fondamentali per cambiare la percezione di Roma nel mondo. Questo,- ha concluso il vicesindaco – ”è un ulteriore segno di una città che lavora, in tante sue componenti, per restituire a tutti il diritto di godere liberamente dell’arte e dei benefici del progresso scientifico. Condizioni queste indispensabili al suo rilancio”.
L’opera di Penone si presta a diverse letture e associazioni tra diversi momenti della storia millenaria della Capitale. L’uso di materiali quali il bronzo e il marmo in Foglie di Pietra evoca i giochi illusionistici della Roma barocca, mentre gli inserti di frammenti di rovine, tra i rami della scultura ricordano invece la Roma classica e medievale.
“Foglie di Pietra ha a che fare con due parole chiave”- ha affermato Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al Mibact – “la prima è change. Roma è una madre meravigliosa e invadente. Sfidarla con un’opera nuova che raccolga i linguaggi del passato ma sia gesto di contemporaneità è una sfida difficile ma che Roma ha vinto con un’opera che fa riflettere perché costituita dagli elementi che caratterizzano tutta la città. La seconda parola è mecenatismo: Fendi non evoca solo una grande impresa ma uno straordinario esempio di mecenatismo culturale di cui ci sono esempi a Roma e fuori Roma”.
Per il presidente e ad di Fendi, Pietro Beccari, “Foglie di pietra esprime ancora una volta il profondo legame con questa città e l’importanza di quest’ultima nella storia di Fendi”.