ROMA – Il romanzo, tra finzione e storia, sullo sfondo di una Vienna nobile e sfavillante, capitale di un Impero che in quegli anni era il cuore culturale dell’Europa, dove nascono la Secessione viennese, le sinfonie di Mahler e la psicoanalisi di Freud, evidenzia con straordinaria efficacia il ruolo che l’universo femminile ha avuto nella vita e nell’arte di Gustav Klimt.
Due sono le voci che si alternano in questa storia romanzata: una che narra cronologicamente le vicende dell’artista nella sua epoca, l’altra “metafisica” che si presenta come una sirena nell’Attersee, il lago nella regione del Salzkammergut, a ovest di Vienna, luogo dell’anima del pittore. La chiave narrativa della sirena racchiude in sé la sintesi di tutto ciò che Klimt ha inseguito nelle donne: è sensualità ed eros, è giovinezza ma senza età, è madre e amante, è mito. Ed è un simbolo che segna il passaggio tra vita e morte, poiché accompagna narrativamente gli ultimi giorni di vita di Klimt, stroncato da un ictus nel 1918.
Paola Romagnoli, con il piglio della scrittrice e la conoscenza della storica dell’arte, riesce a avvolgere il lettore in una vicenda biografica di grande fascino, evidenziando come Klimt, opponendosi alle idee conservatrici dei suoi contemporanei, realizzò dipinti erotici e simbolici che rappresentavano i sogni, le speranze, le paure e le passioni dell’uomo e sia diventato così per il pubblico il pittore delle donne.
Con l’autrice interverrà anche Giulia Alberico.
Vademecum
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