ROMA – Fango, caolino, argilla e serpentino italiano sono gli elementi naturali utilizzati da Richard Long per realizzare le opere esposte nella mostra “River Avon Mud”, quinta personale dell’artista presso la Galleria Lorcan O’Neill.
Richard Long è considerato uno dei massimi esponenti della Land Art e in questa mostra, come in tutto il suo lavoro, i materiali custodiscono e allo stesso tempo rivelano l’essenza della sua arte. In essi infatti è racchiuso il rapporto dell’artista con il luogo da cui derivano.
Lo stesso titolo della mostra è indicativo dell’importanza attribuita al luogo e al materiale che lo caratterizza: il fango del fiume Avon, toponimo che nella fattispecie definisce il fiume che scorre vicino Bristol, città natale dell’artista.
Nel suo lavoro artistico Long ha indagato molto il rapporto con il paesaggio e con gli elementi naturali che lo definiscono. Montagne, fiumi, vallate, spiagge sono realtà naturali che diventano luogo dell’uomo durante il suo passaggio, trasformandosi in paesaggi nel momento in cui l’uomo lascia in essi un segno, una traccia di sé.
L’uomo vive lo spazio fisico in cui si trova ad essere immerso, lo fa proprio e intervenendo su di esso lo trasforma in luogo, in un luogo specifico, diverso da tutti gli altri luoghi. L’uomo attribuisce un senso che è il senso del luogo, il sense of place dato da un insieme di sensazioni, percezioni e cognizioni relative a quel posto.
Gli interventi di Long, nei diversi contesti paesaggistici, hanno sempre mantenuto il carattere dell’effimero, essendo concepiti già come deperibili. Tracce che restano per un po’ e poi si dissolvono, raccogliendo in sé la temporalità del passaggio.
Le opere in mostra conservano la dimensione spazio temporale del passaggio nel luogo.
Nelle pitture di fango Long racconta il suo viaggio, la sua relazione col luogo e con l’elemento che lo identifica.
Sia nei dipinti di fango che in quelli dove vengono usati argilla o caolino bianco di Carrara, Long lavora con un gesto veloce, che come lui stesso afferma “crea la traccia del getto”. Le impronte delle mani e delle dita, lasciate dai gesti, compongono il dipinto, trasponendo in esso l’interazione tra l’artista e il paesaggio.
Nei grandi dipinti su legno, come nelle opere su carta Fabriano, dove l’artista interviene utilizzando solo le impronte delle dita, si riscontra l’adesione dell’artista al solo uso dei mezzi naturali, coerente a tutta la sua opera.
Tutte le opere esposte, compresa la linea composta da un insieme di pietre di serpentino, testimoniano l’interesse che Long afferma di avere per “la tipicità della varietà cosmica” in base alla quale “ogni pietra è diversa, come lo è ogni impronta, ogni nuvola, ogni getto, ogni camminata; e non si può entrare due volte nello stesso fiume”.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 30 aprile 2016.
Vademecum
Richard Long River Avon Mud
20 febbraio-30 aprile 2016
Galleria Lorcan O’ Neill
Vicolo dei Catinari, 3 –Roma
Orari: da martedì a sabato, ore 11.00-19.00
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