ROMA – Sono comparse nel pomeriggio di ieri, lunedì 16 gennaio, due scritte su un pilastro del Colosseo. Un gesto vandalico su un monumento simbolo, peraltro sorvegliatissimo, ma probabilmente non a sufficienza, soprattuto all’esterno considerando che nella notte, sempre del 16 gennaio, due turisti brasiliani si sono arrampicati sui cancelli d’ingresso e sono caduti a terra, facendo un salto di circa quattro metri d’altezza. Uno dei due ha riportato la frattura del bacino ed è stato quindi trasportato in codice rosso all’Ospedale San Giovanni. I due turisti sono stati poi denunciati a piede libero.
Le due scritte, invece, sono state realizzate con uno spray nero e riportano la dicitura ‘Morte’ e ‘Balto’. Sulla vicenda sta indagando attualmente il commissariato di Polizia Celio, in particolare sono al vaglio le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza.
Intano il soprintendente speciale per il Colosseo, Francesco Prosperetti, commentando i due atti vandalici, ha dichiarato: “Ho chiesto alla Prefettura di organizzare un incontro con il coordinamento delle forze che garantiscono la sorveglianza in piazza del Colosseo, esercito, polizia e carabinieri”. “L’auspicio – ha detto ancore il soprintendente – è che episodi simili non accadano più”.
A stigmatizzare l’accaduto anche il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che ha parlato di “autentico sfregio a un monumento simbolo del patrimonio culturale mondiale”. Franceschini, ricordando i contenuti del provvedimento del governo che introduce un sistema sanzionatorio improntato a una maggiore severità per chi commette delitti contro il patrimonio culturale, ha dichiarato in una nota: “Alla prevenzione sempre necessaria per impedire ogni danno ai beni storici, artistici e archeologici si devono affiancare pene più severe per chi compie simili gesti, così come previsto dal disegno di legge delega approvato lo scorso 23 dicembre dal Governo che introduce, tra l’altro, specifiche fattispecie di reato per il deturpamento, il danneggiamento e l’imbrattamento di beni culturali e paesaggistici”. “Auspico – ha chiosato il ministro – che il Parlamento concluda quanto prima l’esame del provvedimento per arrivare in tempi brevi alla sua definitiva approvazione. Per chi deturpa o imbratta i beni culturali le norme, ora all’esame del parlamento, raddoppiano le pene da un minimo di un anno a un massimo di 5 anni di reclusione’’.