TORINO – Ancora un giorno per vedere l’opera di Rooy Charlie Lana I got tears of queer desire alla Residenza Cascina Falchera di Torino.
Si tratta di un dittico che esplora i confini fluidi e spesso ambigui tra ciò che è considerato naturale e ciò che viene escluso da questa categoria, mettendo in discussione i binarismi tradizionali come “uomo-donna” e “etero-omo”. Attraverso l’analisi della gestione dei fluidi corporei ed extra-corporei, l’opera propone una visione queer e post-umana che sfida le definizioni normative e crea spazi di resistenza identitaria.
La politica dei fluidi: desiderio, carne e trasformazione
I got tears of queer desire è una riflessione sulla “politica dei fluidi”, dove gocce di pioggia – provenienti tanto dal cielo quanto dai nostri corpi – tracciano un mosaico invisibile di desideri, fantasmi e visioni. In questo scenario, il desiderio queer diventa un’entità fluida che attraversa i corpi dissidenti, infondendo loro carne, piacere e persino morte. La pioggia diventa simbolo di trasformazione, che sovverte le norme e invita a esplorare una voluttuosa vulnerabilità presente nei nostri corpi.
Rooy Charlie Lana, classe 1995 e originaria della Sicilia, mette al centro della sua pratica artistica l’indagine sui codici estetici e performativi delle norme di genere, cercando di parodiarli e ridefinirli. Nell’opera emerge un’interessante reinterpretazione della pornografia, vista non solo come rappresentazione ma come rivelazione che sfida lo sguardo patriarcale dominante, mostrando la fragilità intrinseca di ogni identità e desiderio.

“La mia narrazione della pornografia è come una rivelazione: ci sono più di 50 sfumature tra identità e sessualità, tra natura e cultura, tra finzione e realtà, tra eccitazione e vulnerabilità, tra ricordi, desideri e visioni porno.”
L’installazione trova la sua cornice ideale a Cascina Falchera, un hub di biodiversità e rigenerazione urbana a Torino, dove arte, natura e comunità si incontrano. La cascina si inserisce nel progetto DESIRE, supportato dalla Commissione Europea nell’ambito del New European Bauhaus, che mira a sviluppare spazi urbani sostenibili e inclusivi. L’iniziativa integra l’arte con il design, la scienza e la tecnologia per promuovere una transizione verde, arricchendo così il dialogo tra la città e i suoi paesaggi peri-urbani.
Dal 29 ottobre al 3 novembre, in concomitanza di Artissima, l’opera sarà visitabile nello studio dell’artista.