SALERNO – Al progetto nazionale “L’abero della cuccagna. Nutrimenti dell’arte” curato da Achille Bonito Oliva, ha aderito anche l’artista Costas Varotsos con una imponente opera in acciaio e vetro (l 34 m – h 10 m, dal titolo Orizzonte Due. L’opera è stata donata dall’artista greco al Campus di Fisciano, dove è situata l’Università degli Studi di Salerno.
Scrive Maria Passaro (professore ordinario di Storia dell’arte contemporanea e responsabile scientifico del progetto di Ateneo) nel catalogo generale, edito da Skirà, “L’albero di Costas Varotsos è orizzontale, come sono orizzontali certi alberi della cuccagna di antica tradizione. Quello di Varotsos è un nastro in acciaio ondulato, snello e sinuoso. Strisce di vetro riempiono, come acqua nei vasi, le curve che toccano la terra. L’acqua è un chiaro riferimento alla terra, da cui ogni albero trae alimento. Un’acqua simbolica o “nutrimento spirituale” per usare le parole di Varotsos, che raggiunge la stessa altezza nelle due curve creando, per l’occhio, una linea retta: un orizzonte. A ben guardare, l’opera offre più orizzonti. Perché c’è anche quello della scultura che è dinamica, flessuosa, che ha l’andamento di un tratto di curva Orizzonti, dunque, capaci di collegare l’indeterminato e il determinato, il finito e l’infinito. “Orizzonte Due” si pone come un elemento del paesaggio mostrando l’interazione con il luogo. Infatti, non impedisce allo sguardo di andare oltre. La luce scorre sulle superfici trasparenti rendendole, a loro volta, diffusori luminosi, grandi amplificatori di luce. Al di là dei vetri si schiudono spazi senza limite, “spazi al di là della quiete” scriveva Leopardi riferendosi al futuro. E al futuro guarda anche Varotsos. Un futuro a più orizzonti, simbolo della ricchezza inesauribile e inquietante della realtà”.
Nel corso dell’inaugurazione il sottosegretario ai beni culturali e al turismo, Antimo Cesaro, ha voluto sottolineare il recupero che si sta compiendo nei confronti dell’arte contemporanea, dopo anni di ritardi “in termini di attenzione politica e investimenti economici”. Ha inoltre spiegato: “È molto importante per gli studenti avere un rapporto quotidiano con l’arte e la cultura. Abituarsi al “bello” rappresenta il miglior antidoto alla illegalità e alla emarginazione”. Cesaro ha inoltre annunciato: “Oltre alla costituzione di una nuova Direzione Generale per l’arte contemporanea e le periferie urbane, il MiBACT ha scelto di destinare 114 milioni di euro del Piano Obiettivo Nazionale al sostegno delle industrie culturali del Mezzogiorno, per sostenere creatività e spirito di innovazione di tanti giovani del Sud”.
Il rettore dell’Università, Aurelio Tommasetti, ha rimarcato invece l’attenzione dell’ateneo nei confronti dell’arte e dell’architettura. “Una scultura permanente quale simbolo, per forma e per concetto, di accoglienza e di dinamismo conoscitivo” – ha detto il rettore – parlando dell’opera di Varotsos.
Infine Achille Bonito Oliva ha aggiunto: “Mi sento più un coltivatore diretto: abbiamo piantato, per la generosità creativa degli artisti, quarantacinque alberi in tutta Italia, da Nord a Sud, in istituzioni pubbliche e private”.
L’opera di Varotsos segna infatti una nuova importante tappa del progetto di Bonito Oliva in Campania, dopo le installazioni a Napoli di Marco Bagnoli al Museo Madre, Maurizio Elettrico a Castel Sant’Elmo, Luigi Ontani al Museo Archeologico Nazionale, Paul Renner alla Vigna San Martino/Fondazione Morra, Lorenzo Scotto di Luzio alla Fondazione Morra Greco e di Matteo Fraterno ed Emiliano Maggi alla Certosa di Padula.