ROMA – Un recente studio condotto dalla bioarcheologa Anne Austin della Stanford University in California ha fatto rilevare che nell’Antico Egitto i tatuaggi esistevano già. Sono state infatti evidenziate tracce di tatuaggi su alcune mummie nel villaggio di Deir el-medina, un piccolo centro nel quale operavano gli artigiani che lavoravano alle tombe della Valle dei Re.
In particolare sono stati rilevati su una mummia (di cui rimane solo il busto) di una donna vissuta 3000 anni fa, e la cosa sorprendente è che non si tratta di semplici disegni lineari, ma di disegni molto più elaborati e raffinati, vere e proprie opere d’arte. Ne sono stati individuati ben 23, disegni vari, tra cui fiori di loto e animali, probabilmente effettuati in diversi momenti della vita. Secondo l’egittologa Emily Teeter questi tatuaggi, invisibili ad occhio nudo e rilevati grazie all’analisi agli infrarossi, dovrebbero avere un significato di carattere religioso.
La mummia è stata scoperta dalla missione dell’IFAO diretta da Cédric Gobeil, e i risultati della ricerca sono stati presentati nel corso dell’85° meeting dell’Association of Physical Anthropologist.