ROMA – La Guardia di Finanza ha scoperto e sgominato un vasto giro di reperti archeologici sull’asse Gela-Paternò-Caserta, nell’ambito di una operazione denominata “Agorà”. Dodici le misure di custodia cautelare (sei in carcere e altrettanti agli arresti domiciliari) emesse dal Gip del Tribunale di Gela Veronica Vaccaro su richiesta della Procura della Repubblica di Gela. Nell’ambito dell’operazione sono state sequestrate oltre 400 monete, la maggior parte delle quali risalenti all’epoca tra il V e il II secolo a.C., nonché varie strumenti, tra cui metal detector, utilizzati per le ricerche clandestine.
L’inchiesta è scattata nel 2014 quando uno dei sottufficiali in servizio presso la procura incrociò un tombarolo gelese in compagnia di un gruppetto di apparenti cacciatori, in tuta mimetica, ma in periodo di caccia chiusa. In realtà andavano a scavare nel sito archeologico di Kamarina (Ragusa) e nel territorio di Paternò (Catania). Pedinamenti, intercettazioni e perquisizioni hanno permesso di sgominare l’organizzazione.
Germania e Spagna erano le destinazioni delle monete (piazzate tra 500 e 1000 euro ciascuna) che nel loro linguaggio criptato erano i “cerchi”, mentre una Bmw corrispondeva a una statuetta di 55 cm, venduta a un collezionista spagnolo non rintracciato.