SIENA – Con la collezione Piccolomini Spannocchi riunita in un unico allestimento riapre al pubblico il Complesso Museale Santa Maria della Scala per una esposizione permanente con 165 opere fino ad ora distribuite in varie sedi ad eccezione dei cartoni preparatori di Domenico Beccafumi che restano in Pinacoteca.
Inaugurata l’11 maggio, promossa dal Comune di Siena e dal Polo museale della Toscana, a cura di Cristina Gnoni Mavarelli, Maria Mangiavacchi e Daniele Pittèri, l’esposizione raccoglie le opere della Collezione Spannocchi – Piccolomini.
La Collezione ricostruita fu donata nel 1835 alla Comunità Civica di Siena per arrivare a mostrarsi in tutto il suo splendore dopo 4 anni di mediazione interistituzionale fra il MIBACT e il Comune a seguito del protocollo firmato nel 2017. Un passaggio avvenuto prima del protocollo, ci dice che nel 1932 le opere giunsero nella nuova Regia Pinacoteca Nazionale dei Palazzi Buonsignori e Brigidi, ordinata da Cesare Brandi.
La realizzazione dell’attuale progetto di riunificazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Direzione Regionale Musei della Toscana di cui é Direttore Stefano Casciu, il Comune di Siena di cui é Sindaco Luigi De Mossi e la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo di cui é Soprintendente Andrea Muzzi. Non manca il contributo della Galleria degli Uffizi, con il prestito concesso dal Direttore Eike Schmidt delle due opere della collezione lì depositate dal 1913, e quello dell’Amministrazione Provinciale di cui é Presidente Silvio Franceschelli che ha concesso due opere ancora conservate nella sua sede. Come ha ricordato il Sindaco di Siena, la Collezione Piccolomini Spannocchi nasce nel 1774, quando Caterina Piccolomini di Modanella prese in sposo Giuseppe Spannocchi e raccoglie opere di famiglia provenienti dagli Spannocchi, dal ramo tirolese degli Asburgo. Le opere sono in gran parte provenienti dalle collezioni Gonzaga di Mantova con i dipinti di artisti del Quattro – Cinquecento dell’Italia del nord, fiamminghi, tedeschi, olandesi.
Grazie a tutti i passaggi ed alle collaboraIoni, le sale del quarto livello dell’antico ospedale Santa Maria della Scala ospiteranno in modo permanente quella che, per vari motivi, è una delle collezioni più interessanti e si presenta come una delle più affascinanti e forse meno conosciute raccolta d’arte della città di Siena. Un coinvolgente teatro della pittura di cui fanno parte opere di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola, Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma; tra i nordici, quelli di Albrecht Dürer, Otto van Veen, Albrecht Altdorfer, Peeter Snayers. Spiccano per importanza il San Girolamo di Albrecht Dürer, la Natività di Lorenzo Lotto.
Stefano Casciu, direttore del Polo Museale Tiscano ha evidenziato: “È un successo, in una città non semplicissima per le collaborazioni istituzionali. Offre fre non solo la semplice fruizione delle opere, ma anche la narrazione di scelte e strategie di committenti e collezionisti, rendendone comprensibile il ruolo», sottolinea il soprintendente Andrea Muzzi. E, allo stesso tempo, «coi suoi paesaggi e città ideali, atmosfere nordiche, nature morte e scuole che a Siena non sono così frequenti, arricchisce il patrimonio del sistema museale cittadino”.
Il progetto di riunione nel voluminoso catalogo edito da Pacini è curato dal direttore regionale Musei della Toscana Stefano Casciu, dalla neo direttrice della Pinacoteca Elena Rossoni e dal soprintendente Andrea Muzzi e racchiude 3 anni di ricerca con i contributi di 30 studiosi, una squadra tutta al femminile con Cristina Gnoni Mavarelli, Anna Maria Guiducci, Maria Mangiavacchi, Elena Pinzauti, Veronica Randon, Felicia Rotundo, Francesca Scialla.