ROMA – Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, durante la sua visita a Tel Aviv per l’inaugurazione di una mostra sull’ebraismo italiano, parlando del sisma che ha devastato il centro Italia, ha sottolineato come questa sia una sfida “terribile” in quanto riguarda un’area davvero enorme, una emergenza dunque da affrontare con tutti i mezzi possibili per poi seguire un percorso di ricostruzione.
Il ministro ha inoltre detto che ci sono le risorse per affrontare questa emergenza. Intanto quasi 1500 opere dai musei e dalle chiese della zona sono state trasferite nei tre depositi temporanei.
E sempre in relazione al terremoto, Franceschini, in una intervista al “Corriere della Sera”, ha annunciato l’imminente decreto legge nel quale saranno inserite norme straordinarie per i beni culturali. In particolare ha specificato il ministro, i Comuni, le soprintendenze, la Protezione civile potranno agire subito con una chiamata diretta del direttore dei lavori e di una ditta per interventi immediati. “La sfida – ha detto ancora Franceschini – è ricostruire non solo i beni culturali ma i centri storici, i borghi per salvaguardare un’intera civiltà. L’intera dorsale appenninica rischia lo spopolamento, già cominciato col decremento demografico. Lì ci dovremo concentrare e lavorare senza sosta. Parliamo di un pezzo essenziale e insostituibile della nostra identità nazionale e culturale”.
Ha poi aggiunto: ”Ci sono segnalazioni di danni a 5.000 beni vincolati. Trecento tra architetti, tecnici e funzionari sono mobilitati dal 24 agosto, e cento di loro vengono da fuori sede, lavorano tutti anche sedici ore al giorno e c’è il problema dell’indennità di trasferta da risolvere. Avremo strumenti nel decreto. Nascerà la soprintendenza unica speciale per il terremoto: occorre un interlocutore unico anche nella prospettiva della ricostruzione. Sveltiremo tutto”.
Nel frattempo Fabio Carapezza Guttuso, prefetto responsabile dell’unità di crisi del Mibact, che coordina il recupero e la messa in sicurezza del patrimonio culturale colpito dal sisma, ha fatto sapere che ci vorranno almeno tre miliardi di euro per il recupero dei beni danneggiati “anche perché in moltissimi casi non basta più la messa in sicurezza e dove tutto è crollato ci sono costi importanti da mettere in conto per la raccolta delle macerie che vanno catalogate per la ricostruzione” ha sottolineato il prefetto. Le segnalazioni di danni giunte ad oggi in alcuni casi sono gravissimi e riguardano immobili di pregio perlopiù chiese nelle quali è conservato l’80 per cento delle opere a rischio: tele, statue, paramenti sacri, affreschi, opere di oreficeria e organi.
Infine in una nota, Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha affermato: “Bisogna affrontare tempestivamente la sfida per la ricostruzione. Il Mibact si è attivato immediatamente e sarà in grado di rimettere in sesto il patrimonio delle zone duramente colpite”. Per Bianchi “in questi luoghi, infatti, sono ancora presenti persone che detengono saperi legati alle tradizioni locali, ai mestieri artigianali, alla storia e ai costumi di un tempo. E su questi ‘tesori viventi’, che potrebbero perdersi e diventare irrecuperabili, lavoreremo per far ripartire il turismo e impedire lo spopolamento in queste zone”.