TORINO – C’è una foto alla mostra di Steve McCurry alla Reggia di Venaria a Torino ritoccata al computer con Photoshop. Nei giorni scorsi ha suscitato non poche polemiche, al punto che sembrava dovesse essere addirittura rimossa. Invece… la foto resterà in mostra. Si tratta di “L’Avana Cuba, 2014” che sul web ha scatenato molte discussioni. Il tutto è partito da un post dal blog del fotografo Paolo Viglione, che il 23 aprile ha scritto: “Incredibile: oggi sono andato alla Venaria Reale a vedere la mostra di Steve McCurry ed ero lì, leggermente frastornato tra le 250 foto stampate in dimensioni dal metro ai due metri di base. Mi chiedevo se i colori non fossero in qualche modo stati falsati in photoshop, non dico solo controllati a livello di luminosità e contrasto, questa è la base e mi pare ovvio che lo siano, ma proprio “spalmati” in modo più deciso, per aumentare la densità cromatica e la coerenza delle varie zone, e così mi sono avvicinato ad una foto di Cuba in cui mi pareva molto forte questo effetto. Non ho capito la faccenda dei colori. Però, visto che era stampata sui due metri di lato e l’ho vista da vicino, mi sono accorto che laggiù al fondo, dove c’e’ l’edificio stretto con gli archi, ci sono delle piccole personcine. Ora, premetto che il titolo del post è fuorviante: McCurry non è inciampato in nulla, semmai ci è inciampato chi ha ritoccato la foto ed ha avuto un eccesso di zelo. Poi dico anche che io non considerò McCurry un documentarista in senso classico, ma semmai la cosa più vicina ad un pittore in campo fotografico: quindi non pretendo certo che non ritocchi le sue foto, anche pesantemente se vuole, chi se ne frega a me va benissimo lo stesso :). Ecco qua l’errore, queste sono le persone al fondo: Guardate che fortuna, sono tutte in buona posizione. Piccolissime, non si vedono quasi nella foto (e secondo me McCurry non le vedeva nel mirino) però son piazzate bene. Metti che invece la 4 da sinistra, l’ultima, stesse camminando un po’ più avanti e fosse davanti/dietro a quel palo giallo con sopra lo STOP… mai fare uscire un palo dalla testa di un soggetto, no? Beh, era andata proprio così! Qualcuno ha deciso di far indietreggiare il personaggio di un pochetto. Come si fa? Facile: col timbro clone si clona la persona un po’ indietro, poi si ricostruisce il palo giallo. A quel punto, però, bisogna ricordarsi di tornare sulla persona ed eliminare eventuali sbavature, ad esempio un pezzo del palo che gli esce dalla gamba, e magari ricostruire quel che mancava e che ora si dovrebbe vedere non essendoci più il palo, per esempio un piede”.
In sintesi nella foto sembra ci sia un palo giallo che sbuca dalla gamba di una persona. Ovviamente la critica del fotografo non riguardava la liceità nell’uso di strumenti che possano migliorare la rappresentazione fotografica facendola diventare una vera e propria opera d’arte, ma la poca professionalità di chi, e non si parla di Steve Mc Curry, ha rimaneggiato il file finale (l’assistente è stato nel frattempo licenziato).
Organizzatori e curatore hanno comunque deciso di lasciare la foto i eposizione e non sarà affiancata da nessuna didascalia che ne spieghi gli interventi tecnici che hanno accompagnato la post-produzione.
Dall’entourage della mostra la risposta unanime a coloro che hanno puntato il dito contro i’ritocchini’ digitali è stata infatti: “Non c’è nulla di cui vergognarsi”.