La Torre civica del XIII secolo e le torri campanarie del quattrocento della chiesa Sant’Emidio e della chiesa di Sant’Agostino con il suo bellissimo portale tardo gotico e i pregevoli affreschi dell’Annunciazione e la Madonna con Bambino e Angeli. La chiesa di San Francesco della seconda metà del Trecento, con un portale gotico di marmo e l’abside affrescata del XV secolo, e quella di Santa Maria di Porta Ferrata.
Sono queste le ricchezze che avevano permesso ad Amatrice di fregiarsi del riconoscimento di Borgo più bello d’Italia, condiviso con altri 243 comuni della Penisola. Il riconoscimento era arrivato nel 2015 e aveva voluto premiare anche le bellezze di un territorio straordinariamente bello, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso.
Il terremoto di questa notte potrebbe aver cancellato tutto e, riducendo Amatrice ad un cumulo di macerie, potrebbe avere decretato la fine di quel percorso di animazione culturale e di valorizzazione e sviluppo del territorio che le aveva permesso di ottenere un vero e proprio marchio di qualità, nato nel 2001 su impulso della Consulta del Turismo e dell’Associazione Comuni di Italia.
Ora, quando ancora si scava tra le macerie e il destino di tante vite risulta ancora sospeso, Amatrice appare ferita forse in maniera incurabile. Sperando che la ricostruzione non tardi e che il turismo culturale possa tornare ad essere una grande spinta per il recupero di quanto andato distrutto.