MACERATA – Tra i numerosi interventi effettuati dall’unità di crisi e quindi da vigili del fuoco in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona, negli ultimi giorni del 2016, nelle zone comprese tra Arquata, Montegallo e Venarotta nell’Ascolano, Castelsantangelo sul Nera nel Maceratese, c’è sicuramente da segnalare il salvataggio di una tela del tardo ‘700 che si trovava in un’abitazione privata di Pretare di Arquata del Tronto dove l’aveva collocata il parroco. Il dipinto, che in origine faceva parte della cimasa dell’altare maggiore della Chiesa del Crocifisso, è stato quindi affidato alle cure dei restauratori del ministero.
Inoltre da segnalare a Castelsantangelo sul Nera nel Maceratese un altro importante recupero avvenuto nella Chiesa di San Vittorino. Si tratta del Polittico della scuola di Paolo Da Visso che si trovava sull’altare maggiore ed era caduto finendo sotto oltre un metro di macerie. Il bene è stato prelevato alla presenza del responsabile della diocesi di Camerino, l’architetto Luca Cristini, e anch’esso affidato ai restauratori del Mibact.
Nell’ultima settimana dunque in totale i beni artistici recuperati sono stati circa 200.
E proprio a proposito del recupero e del restauro di beni artistici danneggiati dal sisma, è di oggi la proposta lanciata dal presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, di destinare l’8×1000 dello Stato alla ricostruzione e al restauro di questi beni feriti.
Si legge quindi in una nota: “Sono oltre 5 mila i siti di alto valore artistico, storico e culturale colpiti dal terremoto che ha fatto tremare Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Agli edifici storici si aggiungono le opere d’arte di enorme valore: tele, affreschi, sculture. Un patrimonio preziosissimo che rappresenta parte fondamentale dell’identità dell’Italia e dell’Europa. Ho proposto, anche con una interrogazione presentata insieme ai colleghi Braga e Borghi al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’Economia e delle Finanze e a quello dei Beni e delle Attività Culturali, che l’8×1000 dello Stato sia destinato, per almeno 10 anni, alla ricostruzione e al restauro di questi beni feriti. Si tratterebbe – aggiunge Riallacci – di circa 150/200 milioni annui che garantirebbero un flusso di finanziamenti certo e costante nel tempo per le attività di restauro e ripristino”. “Questa finalità – conclude Riallacci – per i fondi dell’8×1000 dello Stato è già prevista dalla legge e viene incontro anche ad alcuni rilievi avanzati dalla Corte dei Conti sull’impiego di queste somme il cui utilizzo e’ poco trasparente. E’ una scelta concretizzabile in tempi brevi e che darebbe un segnale forte per il futuro delle collettività che stanno vivendo il dramma del terremoto”.