È morto all’età di 90 anni, nella sua casa alla periferia di Parigi, John Berger, romanziere, pittore, critico d’arte, sceneggiatore, poeta e drammaturgo inglese. Nato a Londra nel 1926, Berger frequentò la St Edward’s School di Oxford. Il padre fu un ufficiale di fanteria sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. Berger stesso si arruolò nella British Army dal 1944 al 1946; successivamente si iscrisse invece alla Chelsea School of Art e alla Central School of Art di Londra. Iniziò quindi la sua carriera come pittore con mostre in diverse gallerie londinesi sul finire degli anni ’40.
Mentre lavorava come insegnante di disegno (dal 1948 al 1955), divenne un critico d’arte, pubblicando svariati saggi e recensioni nel New Statesman.
Divenne noto anche per aver contribuito a cambiare la percezione dell’arte con il suo saggio, considerato un testo di riferimento per la storia dell’arte, dal titolo Ways of seeing, (Modi di vedere) del 2004, tratto dall’omonima serie televisiva di documentari della BBC, trasmessa nel 1972.
Il suo primo romanzo, pubblicato nel 1958, dal titolo “A Painter of Our Time” (“Ritratto di un pittore”, Bompiani, 1961) narra la storia della scomparsa di Janos Lavin, un fittizio pittore ungherese in esilio, e la scoperta del suo diario da un amico critico d’arte. In tutto nella sua carriera Berger ha pubblicato dieci romanzi, l’ultimo dei quali è anche il più celebre, dal titolo “From A to X” del 2008, candidato al Man Booker, e uscito in Italia nella traduzione di Maria Nadotti con il titolo “Da A a X”.
La sua opera saggistica è vasta ed è incentrata su fotografia, pittura, arti visive in genere e politica. Tra i suoi libri in questo ambito spiccano “Bento’s Sketchbook” (2011; “Il taccuino di Bento”, Neri Pozza, 2014), “Understanding a Photograph” (2013; “Capire la fotografia”, Contrasto, 2014) e ovviamente Ways of seeing.
Il suo umanismo marxista e le sue convinte opinioni sull’arte moderna lo hanno reso tuttavia una figura controversa sin dall’inizio della sua carriera. La raccolta di saggi dal titolo Permanent Red (Rosso permanente) in particolare si configura in parte proprio come dichiarazione del suo impegno politico.