FIRENZE – Con oltre due milioni e mezzo di visitatori “Grand Tourismo” è la mostra più visitata di sempre nella storia delle Gallerie degli Uffizi. L’esposizione ha ottenuto circa 200mila visitatori in meno della “cascata miraggio” del danese Olafur Eliasson a Versailles , la mostra più visitata del mondo nel 2016, con 2,8 milioni di presenze.
“Grand Tourismo” supera “The floating Piers”, l’installazione di Christo, che con le sue passerelle sul Lago d’Iseo nel 2016, in tre mesi ha visto transitare 1,2 milioni di persone.
La mostra degli Uffizi ha anche superato l’esposizione dedicata a Tutankhamon, allestita presso la Grande Halle de La Villette, a Parigi, che ha registrato 1,3 milioni d’ingressi, battendo il record del 1967, sempre della rassegna dedicata al faraone-bambino.
“Grand Tourismo” ha invitato il visitatori a meditare sull’esperienza vissuta all’interno della Galleria, attraverso tre video Illusion, Everywhere but nowhere e Uffizi Oggi, sollecitando una riflessione sull’identità del turismo attuale e in particolare sulla consuetudine a filtrare l’osservazione dell’opera d’arte (e non solo) attraverso l’obiettivo di smartphone, telecamere, macchine fotografiche.
“Indubbiamente – commenta il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – la tecnologia ha modificato e sta ancora cambiando la fruizione dei nostri Musei. La mole di riproduzioni delle opere che conserviamo cresce in maniera esponenziale modificandone la percezione, e anche il comportamento stesso del viaggiatore. Abbiamo voluto portare sulle pareti degli Uffizi una riflessione interna al Museo offrendo ai visitatori la possibilità di riconoscersi nei video come davanti ad uno specchio che racconta come le esperienze sensoriali dirette e reali siano sempre più filtrate da altri strumenti che ci connettono con il virtuale. L’interpretazione di Giacomo Zaganelli incentrata sulla sala dei capolavori di Botticelli implica un ripensamento delle funzioni del museo stesso. Siamo felici che i visitatori abbiano apprezzato questo progetto che prende la massificazione dei beni culturali come leva per una riflessione approfondita sul turismo nell’era digitale”.
“L’aspetto più sorprendente – aggiunge Giacomo Zaganelli – è stato quello di aver avuto la possibilità di far riflettere il pubblico del museo più visitato d’Italia, in merito alla propria esperienza di turista e di osservatore. Durante questi tredici mesi e mezzo ho avuto l’occasione di far visitare la mostra a numerosi conoscenti e colleghi e devo riconoscere che la cosa che mi ha colpito, maggiormente e fin da subito, è stata la sua efficacia nei confronti di un pubblico senza confini e senza età. Il messaggio era chiaro e il fatto che fosse trasmesso proprio in quel luogo ne rafforzava esponenzialmente il suo contenuto”.