AMSTERDAM – Una serie di indagini non invasive, eseguite con scannerizzazioni avanzate, su “La lattaia”, uno dei più celebri dipinti di Jan Vermeer (1632 – 1675), ha rivelato una differente stesura iniziale dell’opera, suggerendo nuove informazioni sui procedimenti creativi dell’artista.
Le scoperte sono state annunciate nel corso di una conferenza stampa al Rijksmuseum di Amsterdam, dove è programma per il 2023 una grande mostra sul pittore olandese.
Un differente schema iniziale della composizione
Le ricerche hanno mostrato uno schema iniziale di composizione diverso dal dipinto definitivo. In particolare, le tecniche di scansione hanno fatto emergere da sotto la parete bianca alcuni dettagli e oggetti a cui Vermeer avrebbe poi rinunciato.
Il dipinto, infatti, comprendeva un porta caraffa e un cesto. Inoltre, il pittore aveva anche abbozzato un supporto in legno per le brocche sulla parete, proprio dietro la testa della lattaia, che oggi invece spicca sul muro bianco con i suoi vestiti gialli e blu.
Gli esperti, in precedenza, avevano pensato che l’artista avesse dipinto un caminetto. Ma una nuova tecnica a infrarossi a onde corte ha mostrato chiaramente i dettagli delle brocche e della struttura in legno.
Altra scoperta rivelata è che la sagoma ombreggiata, precedentemente individuata, è invece un “cesto da fuoco”, intrecciato con salice, usato all’epoca per ventilare i vestiti.
Infine, i ricercatori hanno anche trovato una spessa linea di vernice nera applicata con tratto veloce, sotto il braccio sinistro della lattaia, dimostrando che Vermeer aveva apparentemente fatto un primo schizzo.
Gregor Weber, uno dei curatori del Rijksmuseum, relativamente alle scoperte, ha affermato: “Questo rivela un nuovo Vermeer inaspettato. I cambiamenti mostrano che l’iconica figura della lattaia, vista nel dipinto mentre versa un getto di latte da una brocca di argilla, si trova davanti a noi in modo molto più monumentale”.