FIRENZE – E’ curato da Fausto Barbagli, curatore del Sistema Museale di Ateneo di Firenze e Presidente dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici, l’insolito progetto “Di Squali e di Balene”, ospitato dal 1 luglio nella cripta del Museo Marino Marini di Firenze.
In esposizione un imponente squalo tigre di oltre 3 metri e lo scheletro di un capodoglio di circa 10 metri, entrambi dell’Ottocento. L’inedito progetto mette in dialogo passato e presente per richiamare l’attenzione del pubblico sulle questioni ambientali e invitare tutti a una riflessione condivisa sul futuro che si sta costruendo. L’installazione presenta un parallelismo tra “ecosistemi culturali” ed “ecosistemi naturali” che permette di superare la tradizionale dicotomia tra arte e scienza, e intende contribuire a sensibilizzare e informare il pubblico sui mutamenti ambientali e sulle conseguenze che l’azione dell’uomo provoca sugli equilibri naturali.
“La collaborazione tra il Marino Marini e il Museo ‘La Specola’ – dichiara Patrizia Asproni, Presidente del Museo Marino Marini – dimostra l’importanza e l’efficacia dell’approccio multidisciplinare nel campo dell’arte. Il museo oggi non può essere più solo un luogo di conservazione ma deve svolgere il ruolo di propulsore di conoscenza, instaurando molteplici connessioni per stimolare la riflessione del pubblico e renderlo consapevole delle trasformazioni epocali del nostro tempo. L’ambiente, gli sconvolgimenti climatici, la salvaguardia del patrimonio sociale e culturale, sono tematiche fondamentali che devono esser affrontate dalle istituzioni museali, capaci di costruire una coscienza rinnovata proprio attraverso il potente linguaggio dell’arte”.
“Storia e contemporaneo si incontrano negli spazi del Museo Marino Marini di Firenze. – Spiega Barbagli – Squali e balene sono l’emblema della vita marina, giù tra gli abissi. Richiamano nell’immaginario collettivo i concetti di vita e di morte, potenza e vulnerabilità. Queste due creature, con la loro silenziosa e imponente presenza nella solenne atmosfera della cripta del museo, ci invitano ad aprire la mente per indurci a riflessioni più ampie e a porci interrogativi sul presente e sul domani. Quello che stiamo costruendo, è davvero il futuro che vogliamo?”
Lo squalo incarna di fatto le paure più ancestrali dell’uomo ma, allo stesso tempo in quanto animale in via di estinzione, esprime l’urgenza di un ripensamento del consumo del pianeta. La sua immagine – rappresentazione di vita e di morte, estinzione e salvezza – è profondamente contemporanea e, non a caso, è assurta a icona nell’opera dell’artista britannico Damien Hirst. Le ossa della balena, presentate in maniera “illustrativa” sul pavimento della cripta, richiamano espressioni artistiche legate alla ricomposizione, in forme che superano l’idea stessa della disgregazione. La citazione è rivolta ad artisti, come Gino de Dominicis, capaci attraverso la trasformazione artistica di arrestare concettualmente l’irreversibilità del tempo.
L’esposizione è accompagnata dalla rassegna “Frammenti marini”, a cura del critico teatrale Roberto Incerti, che con i suoi appuntamenti presenta una poetica e intensa lettura-interpretazione del rapporto uomo-natura e le sue conseguenze, proponendo dei brani tratti dal romanzo Moby Dick dello scrittore statunitense Herman Melville.
Vademecum
“Di Squali e di Balene”
Dal 1 Luglio al 30 Settembre 2020
Museo Marino Marini
piazza di S. Pancrazio
Orari
Mercoledì – Giovedì: ore 18:30 – 22:30 ultimo ingresso ore 22
Domenica: ore 10 – 19 ultimo ingresso ore 18:30
Biglietti
intero 6 €, ridotto 4 € (fino a 14 anni).
Gratuito: fino a 6 anni, ICOM, EDU Musei Card, guide turistiche e giornalisti con tesserino in corso di validità, forze dell’ordine in servizio, accompagnatori di persone disabili
info@museomarinomarini.it; http://museomarinomarini.it