ROMA – Dal 2 aprile al 12 giugno ai Musei Vaticani la mostra di fotografie di Fabio Mantegna “La vita di una guardia svizzera: uno scorcio privato”, dedicata al Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, vuole essere un omaggio a chi è al servizio del Papa giorno e notte da oltre 500 anni. Le Guardie Svizzere, infatti, nacquero come esercito a difesa del Papa il 6 maggio 1527, durante il Sacco di Roma: sono praticamente il più piccolo esercito del mondo e sono costituite soltanto da giovani svizzeri, tra i 20 e i 23 anni, che decidono di dedicare due anni della loro vita ad un servizio militare molto particolare, vista la vicinanza al Pontefice.
Sono soprattutto i momenti privati della vita quotidiana di una guardia svizzera, i protagonisti delle foto di Mantegna come indica lo stesso titolo della mostra. «Un titolo che — ha spiegato il comandante del corpo Christoph Graf — non lascia intendere aspettative particolari», né suscita «l’interesse su chissà quali curiosità, ma che indica normali aspetti di vita». Infatti, ha sottolineato, è la vita normale di una guardia che «vogliamo far vedere al visitatore, proprio come una guardia vive nel suo quotidiano».
“Non potevano che essere i Musei Vaticani ad ospitare una mostra che presenti il glorioso corpo della Guardia svizzera pontificia – ha aggiunto il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci– gli scatti artistici di Fabio Mantegna raccontano una storia nobile e antica, ma anche la bella giovinezza di un gruppo di ragazzi al servizio del Papa di Roma, orgogliosi e onorati del ruolo che rappresentano e del servizio al quale sono chiamati: il senso del dovere e l’umanità d’accenti si mescolano ai sogni, all’entusiasmo e alla speranze che hanno tutti i ragazzi del mondo a vent’anni”.
E sono proprio i momenti della quotidianità «scanditi da ordinarie attività giornaliere e da servizi interni» ad essere raccontati dalle foto. Come ad esempio il servizio notturno svolto dalle guardie dalla mezzanotte alle sei del mattino: un servizio che — ha raccontato il comandante — molti di loro affrontano organizzando un programma di attività che «consiste nello studio della lingua italiana, nella lettura di giornali e di libri, nella preparazione per esami e nelle preghiere».