VENEZIA – L’artista russo Valery Koshlyakov, tra i protagonisti della Biennale di Venezia del 2003, torna in laguna a partire dal’11 maggio con una mostra a cura di Danilo Eccher. Saranno i due piani di Ca’ Foscari Esposizioni ad ospitare i grandi dipinti e i molti oggetti dell’artista nell’ampia rassegna dal titolo “Valery Koshlyakov. Non smettiamo di costruire l’utopia”.
Koshlyakov, che vive tra Parigi e Mosca, è da molti anni considerato come una delle più autorevoli e interessanti voci dell’arte russa contemporanea. Le sue grandi tele fissano l’immagine di un’intima fragilità, un sofferto stato di ansietà che si fissa nella vuota monumentalità delle rovine classiche. Si alternano simboli di città, di popoli, di epoche: sono gli aspetti visionari di un’arte che non smette di rincorrere l’Utopia, sono memorie e fantasie che confondono la realtà di un paesaggio con il desiderio di un’apparizione. Immagini in perenne bilico fra speranza e realtà. Opere all’apparenza colossali ed eterne nei dipinti di Koshlyakov assumono l’aspetto di meravigliose e fragili macerie. Macerie di grandiose civiltà, dilavate, meglio, ripulite e condotte dall’artista verso la loro vera essenza. Koshlyakov rincorre la fragilità utopica dei sogni artificiali, degli edifici del potere, dell’inevitabile dissolversi di ogni grandezza. In tale visionaria decadente potenza non poteva mancare l’immagine di Venezia, nella sua delicata e frangibile bellezza.
Spiga Danilo Eccher: “Tutto il percorso artistico di Koshlyakovappare quello instabile e precario di una costante oscillazione fra l’eleganza di una cultura nobile e la durezza di una realtà materica brutale, consapevole e orgoglioso del ricco patrimonio storico ma anche attento ai rigurgiti di una contemporaneità spietata, abile nel dominio di forme e spazi ma pronto a sporcarsi le mani con i linguaggi più ruvidi: Koshlyakov è sensibile poeta e guerriero barbaro”.
La mostra, visitabile fino al 29 luglio, è accompagnata da una monografia pubblicata da Silvana Editoriale in collaborazione con il Museo dell’Impressionismo.