ROMA – La vicenda, come sottolinea una nota di Confartigianato “si sta trascinando da giugno 2015 quando il ministero ha indetto la selezione pubblica per il conseguimento della qualifica di restauratore di beni culturali e pubblicazione del relativo elenco nazionale, secondo quanto previsto dal Codice dei beni culturali. La valutazione delle circa 10 mila domande pervenute al ministero è stata affidata a una commissione di esperti che avrebbe dovuto terminare i suoi lavori il 31 maggio 2016”.
Così non è stato e, di proroga in proroga, la conclusione dei lavori della commissione è stata spostata dal ministero al 31 dicembre 2017. Confartigianato “ha contestato queste lungaggini che, di fatto, bloccavano l’operatività dei restauratori che hanno partecipato alla selezione pubblica”. Ha quindi promosso un’istanza di interpello alla quale il ministero ha ora risposto chiarendo che, in attesa del completamento dei lavori della commissione e della pubblicazione dell’elenco nazionale dei restauratori di beni culturali, i restauratori che hanno partecipato alla selezione indetta dal ministero e sono in possesso dei requisiti di legge possono proseguire lo svolgimento delle attività lavorative e professionali e partecipare ai bandi pubblici”. Si legge nella nota del Mibact: “i soggetti in possesso dei requisiti di legge possono proseguire lo svolgimento delle attività lavorative e professionali, con ciò rimanendo escluso qualsiasi pregiudizio alle attività di impresa o al mercato”.
Confartigianato ha inoltre ottenuto che il ministero eliminasse dal proprio portale web l’elenco parziale dei restauratori che hanno partecipato alla selezione e che aveva provocato ambiguità e false aspettative.
Infine tra il ministero dei beni culturali e Confartigianato è stato avviato un tavolo di confronto per monitorare il lavoro e il rispetto dei tempi della commissione incaricata di esaminare le domande per la qualifica di restauratore. Il prossimo incontro è fissato per il prossimo 2 ottobre.