ROMA – Con “Via Margutta scolpisce il contemporaneo”, la celebre strada romana torna protagonista di un grande evento a cielo aperto con artisti come Pietro Consagra, Pericle Fazzini, Arturo Martini, Antonietta Raphael, Francesco Messina, Giacomo Manzù, Arnaldo Pomodoro, Augusto Perez, Eugenia Albini, Giuliano Vangi, Floriano Bodini, Renato Mambor, Giuseppe Maraniello. Insomma la grande arte ritorna a via Margutta. Epicentro della vita culturale nei gloriosi anni ’60, con questa importante rassegna la strada vivrà un momento di rilancio e rivalorizzazione grazie a 14 opere monumentali di importanti scultori del novecento.
La mostra organizzata da Emmanuele F.M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, con la collaborazione della galleria monogramma Arte Contemporanea di Giovanni Morabito, è curata da Gabriele Simongini, il quale nel saggio in catalogo scrive: “Non si può negare che proprio tramite l’eccellenza dei suoi scultori l’arte italiana abbia mantenuto un primato internazionale lungo tutto il ventesimo secolo che da tempo era stato perduto in pittura. E sarebbe auspicabile che anche Roma ospitasse in futuro una grande rassegna di scultura internazionale in rapporto alla città, così come avviene, ad esempio, a Londra con “Sculpture in the City”.
La rassegna sarà inaugurata il 16 settembre alla presenza dell’assessore alla Crescita culturale di Roma Capitale, Luca Bergamo. Spiega Emanuele: “Sono particolarmente lieto di aver contribuito in maniera significativa, attraverso la Fondazione Terzo Pilastro-Italia e Mediterraneo che ho l’onore di presiedere, alla realizzazione di questo progetto che vede la presenza di alcuni dei più stimati artisti del nostro tempo, in una delle strade che ho maggiormente amato negli anni giovanili del mio arrivo a Roma. Via Margutta negli anni Sessanta era, infatti, l’epicentro della vita culturale della città, come ho spesso ricordato quando ho realizzato nella sede di Palazzo Cipolla la mostra “Gli Irripetibili Anni ’60”, popolata dagli artisti a me cari divenuti nel tempo anche miei amici quali Schifano, Angeli, Festa, Mambor e altri”.