FIRENZE – La mostra Ai Weiwei. Libero aprirà il 26 settembre a Palazzo Strozzi, ma sono già iniziate le polemiche in particolare sulla installazione dei gommoni che occuperà la facciata del Palazzo fiorentino. Come per Jan Fabre e ancor prima per Jeff Koons qualcuno ha già cominciato a storcere il naso, tante sono state le critiche apparse anche sui social network, evidentemente il connubio arte contemporanea e arte antica non sempre viene apprezzato.
Ma a questi malumori si aggiunge oggi la polemica sollevata invece dal consigliere regionale della Lega nord, Jacopo Alberti che definisce l’opera dell’artista cinese “un vero scempio quello che si sta perpetrando sulla facciata di uno dei più famosi palazzi storici fiorentini”. Il consigliere ha inoltre criticato l’utilizzo di soldi pubblici “per dare visibilità a un artista che ha creato “un’opera” per ricordare a tutti noi la questione degli immigrati, come se tale tematica non sia già abbondantemente dibattuta e colpevolmente non risolta da chi di dovere”. Sempre secondo Alberti “il budget stanziato per la mostra che si inaugurerà fra una decina di giorni, poteva invece essere destinato a dare un concreto aiuto ai tanti fiorentini che sono alle prese con quotidiani problemi di sussistenza; inoltre, non deturpate i nostri edifici rinascimentali con assurde contaminazioni di un controverso autore cinese”.
Alle critiche sollevate dal consigliere ha immediatamente risposto la vicepresidente della Regione, Monica Barni che le ha derubricate come “sterili e assurde”. La Barni ha quindi spiegato: “l’arte può piacere o non piacere, ma confondere, come hanno fatto alcuni polemizzatori, i piani cultura e immigrazione, è appunto, sterile. Stiamo parlando di un artista che ha affrontato temi sociali importantissimi ed è, in qualche modo, lui stesso un migrante perseguitato. Dunque polemizzare su questo è davvero assurdo” ha chiosato la vicepresidente.