VICENZA – Vicenza è una città unica, incarna il senso stesso del Rinascimento, e soprattutto è stata disegnata da un solo architetto, Andrea Palladio. Ha le stesse dimensioni di un museo, basti pensare che il corso principale è lungo quanto un’ala del Louvre.
Simbolo per eccellenza della città è la Basilica Palladiana, nata sempre dal genio di Palladio sostenuto da un’imprenditoria colta e cosmopolita.
La rinascita di Vicenza parte proprio da questo splendido edificio, la “casa dei vicentini” che, a partire dal 2019, ospiterà un programma espositivo realizzato da istituzioni culturali della città, con il Comune a capofila.
Il Sindaco Francesco Rucco spiega: “Abbiamo chiesto al Teatro Comunale e al CISA Andrea Palladio di sviluppare un programma espositivo, lavorando con giovani talenti dai grandi musei internazionali, dal Getty Museum di Los Angeles al Museo Egizio di Torino, dalla St. Andrews University di Edimburgo a Ca’ Foscari Venezia, dalla Fondazione Cini alla Frick Collection di New York e al Victoria and Albert di Londra”.
Sono state dunque progettate tre mostre in grado di coniugare il rigore scientifico alla originalità e all’attrattività. La Basilica Palladiana, “la più bella sede espositiva dell’intero Mediterraneo”, non sarà utilizzata come un contenitore qualsiasi: l’allestimento – assicurano infatti gli organizzatori – verrà progettato in armonia con lo spazio interno, facendone un efficace alleato della bellezza dell’esposizione.
Il team di lavoro
Per realizzare questo ambizioso programma sono state coinvolte personalità di spicco con esperienze internazionali.
Francesca Borgo, University of St. Andrew, Edinburgh. Veronese, trentenne, laurea alla veneziana Ca’ Foscari e dottorato al Fine Arts Department di Harvard University, è uno dei più promettenti giovani specialisti di pittura rinascimentale. Dopo studi al Kunsthistorisches Institut – Max-Plank-Institut e al Getty Research Institute di Los Angeles, ora insegna Arte del Rinascimento italiano in una delle più prestigiose università britanniche.
Stefania Portinari, Università di Ca’ Foscari, Venezia. Vicentina, specializzazione a Firenze e dottorato a Venezia, dopo un’esperienza alle Gallerie dell’Accademia è ora docente di Arte contemporanea nell’ateneo veneziano. Specialista di arte italiana del Novecento, ha organizzato oltre trenta esposizioni, scritto un’importante monografia sugli anni Settanta e contribuito a cataloghi e riviste.
Ana Debenedetti, Victoria and Albert Museum, London. Parigina, trentenne, dottorato all’Ecole Pratique des Hautes Etudes, è oggi responsabile delle collezioni di dipinti, disegni e miniature di uno dei più famosi musei britannici. Specialista di pittura rinascimentale, si è imposta all’attenzione internazionale nel 2016 con l’innovativa mostra Botticelli Reimagined.
Christian Greco, Museo Egizio di Torino. Vicentino, quarantenne, studi a Pavia, dottorato di ricerca fra Pisa e Leiden (NL), si è imposto come uno dei più dinamici direttori di museo del mondo. Esperto studioso, ha riaperto la missione del Museo Egizio in Egitto ricominciando l’attività di scavo e di ricerca.
Luca Massimo Barbero, Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini, Venezia. Torinese, docente in diverse università e Accademie di Belle Arti italiane, ha diretto il MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma, ed è da molti anni curatore associato della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Autore di mostre di risonanza internazionale, negli anni Novanta ha per primo rilanciato la Basilica Palladiana come sede di grandi mostre sull’arte del ‘900.
Davide Gasparotto, Getty Museum, Los Angeles. Cinquant’anni, bassanese, dottorato di ricerca alla Scuola Normale di Pisa, ha diretto la Galleria Estense di Modena. Dopo un anno al Metropolitan Museum di New York è ora responsabile dei dipinti del più importante museo della costa ovest degli Stati Uniti.
Xavier Salomon, The Frick Collection, New York. Quarantenne, cresciuto a Roma, si è formato nei grandi musei internazionali, prima alla National Gallery di Londra, poi al Metropolitan Museum di New York, per diventare responsabile delle collezioni di uno dei più sofisticati musei del mondo. Celebri la sua mostra su Paolo Veronese alla National Gallery di Londra (2014) e la recentissima su Antonio Canova negli USA.
Guido Beltramini, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenza. Cinquantenne, direttore di uno dei più importanti centri di ricerca internazionali sulla storia dell’architettura, visiting professor a Harvard, è autore di mostre d’arte dedicate a momenti di trasformazione della cultura occidentale, come Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento (2013), Aldo Manuzio (2015) e Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi (2016).
Howard Burns, Scuola Normale Superiore, Pisa. Uno dei più grandi studiosi al mondo di arte rinascimentale, ha insegnato anche a Cambridge, al Courtauld Institute di Londra, a Harvard. Negli anni Settanta ha inventato un nuovo modo di fare le mostre integrando media diversi ed è stato fra i pionieri dell’uso delle nuove tecnologie applicate al mondo dell’arte.
Ecco gli appuntamenti che andranno in scena in Basilica
Dal 6 dicembre 2019 al 13 aprile 2020, in collaborazione con l’Accademia Olimpica, “Anni Venti. Una donna moderna. Lo sguardo di Ubaldo Oppi”, mostra curata da Stefania Portinari.
Gli anni Venti sono elettrizzati da un senso di modernità e cambiamento. La corrente artistica internazionale più affascinante è quella del Realismo Magico, in cui la visione della realtà è immersa in un’atmosfera di meraviglia e di attesa, che in Italia è spesso declinata evocando anche memorie della classicità e del Rinascimento. Da queste suggestioni nascono intensi ritratti di donne magnifiche, che si stagliano con potente personalità di protagoniste, amate e talora perfino temute, a volte ambigue, ma sempre esaltate nella loro seducente energia. Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) è un protagonista assoluto di quegli anni, uno degli artisti più famosi tra l’Europa e gli Stati Uniti.
Dal 5 dicembre 2020 al 5 aprile 2021, sarà la volta di “Rinascimento privato”, per la curatela di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Xavier Salomon.
Una mostra senza precedenti, che riallaccia grandi capolavori con il tessuto connettivo dei contesti che li hanno generati. Si comincia con le opere che hanno trasformato la vita dei loro creatori, come per Palladio le Logge del Palazzo della Ragione a Vicenza, o per Veronese L’unzione di David oggi al Kunsthistorisches di Vienna. Si prosegue con un’esplorazione dell’universo della bottega, dai valori relativi fra opere di maestro e allievi sino ad entrare nei misteri dell’ideazione e nel processo creativo. Faranno mostra di sé le collezioni di opere d’arte di proprietà degli artisti, come Palladio aveva il Ragazzo allo specchio di Parmigianino o Vittoria celebri pezzi antichi. La mostra indagherà i rapporti con committenti, critici, spalleggiatori.
Chiude il ciclo, dall’11 dicembre 2021 al 18 aprile 2022, “Tebe nel Nuovo Regno”, affidata a Christian Greco.
Spiega Greco: “sono davvero felice di poter partecipare a questa nuova impresa culturale e di poter condividere con la mia città di origine, alla quale devo così tanto (in primis per la mia formazione), la ricerca che stiamo portando avanti al Museo Egizio. Siamo pronti ad accettare la nuova sfida di presentare la magnifica civiltà che si sviluppò sulla sponda meridionale del Nilo nel cuore del Rinascimento, in una sede espositiva molto bella dove sapremo mettere a dialogo gli oggetti dell’antico Egitto con la cittadinanza di Vicenza”.