FIRENZE – Il 21 maggio ha spalancato i suoi cancelli il Giardino di Boboli, i visitatori sono così potuti tornare ad ammirare le meraviglie paesaggistiche e architettoniche di uno dei più antichi e splendidi esempi di giardino “all’italiana”, che accoglie, tra i suoi viottoli immersi nel verde, una vasta collezione di piante e fiori rari ed oltre 300 sculture risalenti all’età classica, al Rinascimento e al Barocco.
Durante l’ultimo anno (incluso il periodo di lockdown) i lavori per rendere Boboli ancora più bello e godibile non si sono mai fermati. Sono stati moltissimi gli interventi effettuati, oltre alle operazioni di cura e tutela del verde.
Tante le sostituzioni e i restauri delle panchine: oltre alle 46 già realizzate tra 2018 e 2019, se ne sono aggiunte altre 16, mentre 17 sono state rimesse a nuovo. Complessivamente adesso nel parco sono installate circa 130 panchine. È stato poi restaurato e consolidato il portale di accesso al giardino dal piazzale della Calza. Sistemata anche la zona verde retrostante la Kaffeehaus.
A Boboli vigono, attualmente, tutte le norme nazionali e regionali contro la diffusione del coronavirus. È dunque vietato l’ingresso a persone con temperatura corporea oltre 37,5 gradi (viene misurata con termoscanner agli ingressi); è obbligatorio indossare la mascherina durante tutta la permanenza; è necessario mantenere una distanza interpersonale di almeno 1,80 m; sono proibiti gli assembramenti; i gruppi non possono essere formati da più di 10 persone; le guide turistiche devono sempre utilizzare il sistema whisper (microfono e auricolari).
A tutela del rispetto di queste regole la Grotta del Buontalenti e il Museo delle Porcellane rimarranno chiusi. Immutati gli orari e i giorni di apertura del giardino, che sarà accessibile come sempre sia attraverso l’ingresso di Palazzo Pitti, sia attraverso la porta di Annalena, tutti i giorni della settimana, ovvero dal lunedì alla domenica (ad eccezione del primo e l’ultimo lunedì del mese) dalle ore 8,45 alle 18,15 (ultimo ingresso alle ore 17,15). Unica limitazione varrà per l’area della Botanica Superiore, che, con le sue meravigliose piante acquatiche, resterà aperta ogni mattina da lunedì a venerdì dalle 10 alle 13.
“Con questa giornata – ha annunciato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – comincia il crescendo delle nostre riaperture: oggi restituiamo al pubblico il Giardino di Boboli, il 28 maggio sarà la volta di Palazzo Pitti, dove inaugureremo la prima mostra monografica sulla grande pittrice del seicento, Giovanna Garzoni, infine il giorno successivo alla festa della Repubblica, il 3 di giugno, concluderemo riaprendo i battenti della Gallerie degli Uffizi”.
“Anche se eravamo pronti su tutta la linea – ha sottolineato Schmidt – abbiamo declinato queste aperture seguendo alla lettera le indicazioni del comitato tecnico scientifico: prima i musei all’aperto, come Boboli, quindi quelli piccoli, con meno di centomila visitatori all’anno, infine i più grandi, come gli Uffizi. Ovviamente abbiamo predisposto tutte le misure previste in funzione anti covid”, come i gel igienizzati e il termoscanner all’ingresso e “tese a garantire il distanziamento sociale”.
“La riapertura dei battenti del giardino di Boboli, a cui seguiranno poi palazzo Pitti e gli Uffizi – ha commentato il sindaco Dario Nardella – sono un messaggio di speranza e di rinascita per il mondo intero, perché Firenze è patrimonio dell’umanità”. “Ricordo a tutti i visitatori – ha sottolineato Nardella – che possono venire in questi luoghi in totale sicurezza, senza rischiare nulla. Per i fiorentini, poi, c’è anche la gratuità dell’ingresso”. Quindi – ha aggiunto il sindaco “se qualcuno dei miei concittadini volesse dare una mano in un momento così difficile per la cultura, potrebbe, nonostante la gratuità, pagare simbolicamente un biglietto come dono a questo luogo e alle persone che ci lavorano”. Nardella, infine ha evidenziato: “quello che abbiamo vissuto, questo letargo forzato, l’isolamento, ci hanno cambiato, cambiando la nostra città e il nostro modo di stare insieme. Per questo credo più nel concetto di rinascita, che richiama il Rinascimento di Firenze, che nacque sulle ceneri della terribile peste del 1347-48. Firenze può e deve rinascere e giusto che lo faccia con la cultura” – ha concluso.