ZURIGO – Era il 5 febbraio del 1916 e l’Europa era nel bel mezzo della Grande Guerra. La Svizzera in quel periodo era divenuta il rifugio di irregolari, disertori antimilitaristi, critici e artisti di varia provenienza. Proprio quella sera del 5 febbraio a Zurigo, inaugurava il Cabaret Voltaire, un luogo di incontro per artisti e intellettuali voluto dal poeta e filosofo Hugo Ball.
Tre giorni più tardi Tristan Tzara coniava il termine “Dada” in una riunione al “Caffè Terrasse” sempre nella città svizzera. Sull’origine del nome sarà Hans Harp a dare alcune spiegazioni, successivamente su una rivista del movimento: “Dichiaro che Tristan Tzara ha trovato la parola Dada l’8 febbraio 1916 alle sei di sera. Sono convinto che questa parola non ha alcuna importanza. Quello che a noi interessa è lo spirito dadaista e noi eravamo tutti dadaisti prima dell’esistenza di Dada”. Tzara da parte sua, aggiunge: “E’ nel vocabolario Larousse che trovato per caso la parola Dada”. In realtà sembra che la parola Dada sia comparsa la prima volta nel maggio 1916 sulla rivista “Cabaret Voltaire”, ma sul termine esiste una letteratura vasta e talvolta anche contraddittoria.
È tuttavia nel luglio del 2016, che Hugo Ball annuncia la nascita di Dada come nuova corrente artistica, ma bisognerà aspettare il 1918 per ottenere il “Manifesto Dada” ad opera di Tristan Tzara. Il movimento si caratterizza da subito per il suo spirito nichilista attraverso il quale si vuole esprimere anarchicamente il senso del nulla e il vuoto delle credenze convenzionali. Da qui deriva anche una sorta di declassamento dell’attività artistica, “l’arte non è una cosa seria” dice Tzara. Insomma Dada è anti-artistico, antiletterario e antipoetico. Non è più importante l’oggetto creato in se, l’efficacia dell’arte risiede nell’atto stesso del suo farsi. È il gesto che interessa, non l’opera. E il gesto può essere compiuto in qualsiasi direzione, dalla politica all’arte. Dada viene quindi a configurarsi più come una disposizione dello spirito che come tendenza artistico-letteraria. Insomma Dada diviene il tentativo più esasperato, il desiderio più profondo e acuto di creare e saldare un legame tra arte e vita. In quegli anni Dada arriva anche a New York, dove c’erano Marcel Duchamp e Picabia. Proprio i ready made di Duchamp, i congegni meccanici, gli ingranaggi irrazionali di Picabia, sono i risultati più interessanti del dada newyorkese. In pochi anni Dada comunque conquista l’Europa, nascono gruppi a Berlino, Amburgo, Parigi. Nel 1922 l’esperienza dadaista si avvia però alla conclusione, probabilmente proprio a causa della stessa logica nichilista che lo aveva animato, e per il quale non possono essere ammessi ulteriori sviluppi del movimento, che sarà invece di ispirazione per altre correnti artistiche, Fluxus in primis.
Le mostre per l’anniversario
Per celebrare i cento anni dalla nascita del movimento, sono state inaugurate a Zurigo due grandi esposizioni.
Una al Museo nazionale l’altra al Kunsthaus. La mostra Dada Universel, a cura di Juri Steiner e Stefan Zweifel, al Museo nazionale sarà visitabile fino al 28 marzo 2016. L’intento dell’esposizione è mettere in risalto il lato provocatorio e giocoso del dadaismo. Oltre a presentare infatti numerose opere, tra cui il celebre orinatoio di Marcel Duchamp, la mostra consente al visitatore di entrare nel vero spirito Dada attraverso oggetti, video e poesie recitate.
Dadaglobe Reconstructed è il titolo della mostra al Kunsthaus aperta fino al primo maggio. Questa esposizione è stata realizzata in collaborazione con il Museum of Modern Art (MoMa) di New York. Per l’allestimento di questa esposizione ci sono voluti 6 anni di ricerca. Rappresenta infatti la realizzione di un progetto lanciato 95 anni fa da Tristan Tzara, il quale voleva pubblicare un’opera con circa 200 testi e immagini prodotte da artisti dada. Gli organizzatori sono riusciti a recuperare centinaia di documenti, che, dopo la morte di Tzara negli anni Sessanta, erano stati venduti in tutto il mondo, per poterli riproporre in mostra.
Infine è stato inoltre realizzato un progetto puramente web intitolato “Dada Data” che prevede un programma molto variegato di esercizi interattivi denominati “Hacktionen” che permettono al pubblico online di interagire attivamente, potendo realizzare collage su Instagram, illustrazioni stampate in 3D, poesie, e creare addirittura una nuova stesura del manifesto dada al Cabaret Voltaire a Zurigo. Il programma sarà attivo dal 5 febbraio al 5 marzo 2016.