VERONA – A partire dal 18 febbraio apre al pubblico il nuovo Museo Nazionale Archeologico a Verona, realizzato là dove un tempo si trovavano le carceri in cui venivano imprigionati i carbonari che lottavano contro l’Impero Asburgico.
Oggi, tra le colossali capriate lignee del grande edificio costruito nel 1856, hanno trovato posto le testimonianze più antiche degli insediamenti umani nel territorio veronese, portate alla luce dopo un secolo e più di campagne archeologiche.
Il nuovo museo, allestito dall’architetto Chiara Matteazzi su progetto scientifico della dott.ssa Federica Gonzato, propone al pubblico un interessante percorso, arricchito da tecnologie multimediali che valorizzano lo straordinario patrimonio custodito.
Nell’ampio sottotetto hanno trovato collocazione le sezioni dedicate alla Preistoria e alla Protostoria, che documentano un lasso di tempo che prende avvio circa 200.000 anni fa e si dipana sino al primo secolo a.C.
Il piano intermedio accoglierà invece i reperti dell’età celtica e romana, oltre ad uffici, biblioteca e spazi per incontri, mentre il piano terra è destinato a documentare l’età altomedievale.
L’allestimento si sviluppa in modo lineare, attraverso le diverse sale dei due bracci del terzo piano (dal Paleolitico all’età del Bronzo) fino a confluire nel terzo braccio (dedicato all’età del Ferro).
Tra i molti tesori esposti si segnala la pietra dipinta nota come “lo Sciamano”. Tra le opere d’arte in ocra rossa rinvenute a Grotta di Fumane e riferibili all’attività artistica dei primi Sapiens (40.000 BP, Paleolitico superiore), la più famosa è questa pietra calcarea sulla quale, in ocra rossa, è raffigurato un personaggio che indossa un copricapo. Questa pietra è, ad oggi, una delle più antiche figure teriomorfe (figure di uomo-animale) del pianeta.
Risale invece all’Età del Bronzo antico, l’esemplare di vaso a bocche multiple recuperato durante lo scavo archeologico della Palafitta del Laghetto del Frassino presso Peschiera del Garda. Dal medesimo sito provengono anche ceramiche con decorazioni incise, conchiglie, metalli e utensili in osso, pietra e legno.
Notevoli e numerosi gli oggetti da ornamento esposti nel nuovo Museo e tra essi spicca il magnifico spillone scoperto presso la palafitta de La Quercia a Lazise, lungo più di mezzo metro, con larga testa a disco e gambo ritorto.
“Complessivamente l’investimento supererà i 3 milioni di euro, integralmente finanziati dal Ministero alla Cultura” – ha spiegato il dirigente della Direzione regionale Musei Veneto, dottor Daniele Ferrara. – “Aperta al pubblico la sezione riservata alla preistoria e alla protostoria, contiamo di avviare molto presto il cantiere per la sezione romana, mentre con fondi assegnati tramite il PNNR metteremo a cantiere anche il piano terra per completare quello che si prefigura come uno dei più importanti musei archeologici italiani”.
Il Museo Archeologico Nazionale di Verona sarà aperto al pubblico nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18.