TRENTO – Con la mostra Giotto e il Novecento, il Mart di Rovereto celebra i suoi vent’anni (il Polo culturale fu inaugurato il 15 dicembre del 2002) e prosegue la sua indagine sul rapporto tra antico e contemporaneo.
Il palinsesto del Mart attraversa i secoli, i maestri classici e moderni dialogano tra loro e con le opere di una collezione pubblica tra le più ricche d’Europa. Negli ultimi anni si sono susseguite numerose mostre che hanno percorso questo indirizzo, ancor più rafforzato dalla presidenza di Vittorio Sgarbi: Caravaggio. Il contemporaneo, nel 2020; Picasso, de Chirico, Dalí. Dialogo con Raffaello e Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo nel 2021, Canova tra innocenza e peccato la scorsa primavera.
La rassegna dedicata a Giotto e il Novecento, ospitata al Mart dal 6 dicembre 2022 al 19 marzo 2023, nasce da un’idea di Vittorio Sgarbi ed è curata da Alessandra Tiddia con il contributo di numerosi studiosi. In mostra un corpus di oltre 200 opere, di cui una cinquantina provenienti dal patrimonio museale, mentre le altre dalle più importanti collezioni pubbliche e private europee, archivi e fondazioni e gallerie. Tra le istituzioni: Gallerie degli Uffizzi – Palazzo Pitti, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Musei Vaticani, Casa Museo Boschi di Stefano, Museo Revoltella, Fondazione Magnani Rocca, Fondazione Musei Civici di Venezia, Museo del Novecento di Milano, Museo del Novecento di Firenze, Panza Collection Mendrisio, Peggy Guggenheim Collection, Tiroler Landesmuseen Innsbruck e ovviamente Musei Civici di Padova.
Il percorso espositivo
Suddivisa in sette sezioni, la mostra – racconta la curatrice – “prende avvio da un portale immersivo che attraverso le proiezioni delle immagini degli affreschi della Cappella degli Scrovegni intende restituire al visitatore la suggestione di un’esperienza fondamentale per molti artisti, ovvero la visione del ciclo di affreschi. […] Varcata questa soglia si dischiude al visitatore un percorso che da Carrà giunge, attraverso il Novecento italiano, alle esperienze di Matisse, Rothko, Albers, Klein, per avviarsi verso la fine della mostra con l’installazione di James Turrell, Thyco Blue, un altro portale esperienziale, che conclude il viaggio, durato più di un secolo, attraverso le suggestioni giottesche”.
Il percorso segue un ordine cronologico e tematico che evidenzia come Giotto fu studiato, imitato o comunque preso a modello di perfezione e spiritualità dai grandi autori e autrici del XX e XXI.
Protagonisti della prima parte della mostra sono dunque i dipinti di Carlo Carrà, le pitture murali di Mario Sironi, le soluzioni plastiche di Arturo Martini, gli spazisospesi di Giorgio de Chirico,ma anche gli ideali stilistici di Gino Severini, Massimo Campigli, Achille Funi, Ubaldo Oppi. Seguono le Atmosfere rurali e Sacre Maternità nelle quali i soggetti bucolici e le figure femminili esprimono quel richiamo e quell’idealizzazione della tradizione tipica del periodo tra le due grandi guerre. Ne sono rappresentanti in mostra, tra molti altri, Albin Egger-Lienz, Ardengo Soffici, Pompeo Borra e Tullio Garbari.
In mostra si incontrano i lavori di Gastone Celada e Lorenzo Bonechi, la sintesi formale e pura di Fausto Melotti, le geometrie senza tempo di Giorgio Morandi e la pittura astratta di Giorgio Griffa e di Serge Poliakoff.
Le ultime sale ospitano l’arte più recente, che non è meno debitrice alla lezione medievale di quanto lo sia quella del primo novecento.
“Il fascino esercitato da Giotto – ricorda Alessandra Tiddia – fu fondamentale anche per un altro dei protagonisti della contemporaneità, inventore di quel blu che prende il suo nome proprio a partire dalla rivelazione avvenuta al cospetto di alcuni pannelli monocromi nell’abside di sinistra della Basilica inferiore, all’interno della Basilica di San Francesco di Assisi, ovvero quella dedicata a San Giovanni Battista: Yves Klein ne fu molto impressionato al punto da avviare la sua ricerca esistenziale e artistica nella direzione della monocromia blu”.
Lo stratificarsi di elementi iconografici insito nello studio della storia dell’arte riconosce nell’opera di Giotto una modernità astratta, una tensione spirituale e trascendentale che rivivee nella grande installazione immersivadi James Turrell, maestro contemporaneo della luce e dei colori studioso della percezione. Tycho Blue è una stanza di puro e luminoso blu, realizzata a partire dai progetti dell’artista del 1969 e mai più riallestita.
Chiudono la mostra le installazioni di due artiste, Chiara Dynys e Tacita Dean, il cui lavoro rinnova ancora una volta il dialogo con uno dei più grandi maestri di tutti i tempi.
Vademecum
MartRovereto
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Orari
mart-dom 10.00-18.00
ven 10.00-21.00
lunedì chiuso
Tariffe
Intero 11 Euro
Ridotto 7 Euro
Gratuito fino ai 14 anni e persone con disabilità