VENEZIA – È in programma, lunedì 23 gennaio 2023, ore 15, nell’aula magna dell’Università Iuav di Venezia, la conferenza dal titolo “L’architettura di Auschwitz”.
La conferenza è organizzata in collaborazione con il coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria 2023 del Comune di Venezia e sotto l’egida della sede italiana del Consiglio d’Europa.
La conferenza sarà tenuta da Guido Morpurgo, docente Iuav di Architettura degli interni e allestimento, e sarà visibile anche in diretta streaming.
Un unicum nella geografia dei siti di distruzione di massa nazisti
Il campo di sterminio di Auschwitz II – Birkenau è l’esito di un progetto complesso, che ha definito l’architettura dei suoi edifici tragicamente più rilevanti. Nonostante la sbrigativa demolizione dei complessi di sterminio per mano dei nazisti nel gennaio 1945, le fotografie del loro aspetto originale insieme alla consistenza delle rovine e delle impronte che hanno lasciato nella profondità del terreno, testimoniano di una componente che rende l’identità specifica di questi oggetti non riducibile a ragioni unicamente tecnologiche e funzionali. Questi complessi, la cosiddetta Zentral Sauna e altri edifici del campo erano infatti accomunati da forme e da un linguaggio che richiamavano i caratteri di una ‘architettura civile’, che sembra rappresentare il drammatico paradosso dello scopo che presiede al loro stesso progetto.
La questione della responsabilità e dei doveri etici dell’architetto
Oggi le rovine di Birkenau lasciano aperte, tra le altre, questioni che hanno un’immediata attinenza disciplinare: la forma architettonica è di per sé incolpevole, oppure è sempre l’esito di un atto politico? Questi edifici erano solo delle atroci ‘scenografie’ realizzate per dissimulare ciò che avveniva al loro interno, oppure riflettevano l’ideologia distruttiva che le ha prodotte?
Rileggere criticamente ciò che resta di Auschwitz dall’interno della sua architettura non può tuttavia essere un modo per fornire risposte univoche e definitive, tentando di tracciare l’ambiguo perimetro di una presunta ‘architettura nazista’. Significa riproporre la questione della responsabilità e dei doveri etici dell’architetto di fronte a questo estremo simbolo della Shoah: luogo dell’azzeramento e della perdita di ogni conquista culturale, della capacità stessa di pensare e, in ultima analisi, della fine della Storia e della civiltà umana.