Il genio di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), figlio del podestà Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, rivive attraverso il docu-film di David Bickerstaff, già regista di Vincent Van Gogh – Un nuovo modo di vedere. Il lungometraggio racconta l’esistenza tormentata e burrascosa del grande maestro del Rinascimento, evidenziando il suo eccezionale talento che ne fece uno degli artisti più amati di tutti i tempi, autore di capolavori come il David, la Pietà, Mosè, la Cappella Medicea, la volta della Sistina e il Giudizio Universale, la Pietà Rondanini…
Michelangelo. Amore e morte, che arriverà nelle sale per tre giorni, il 19, 20 e 21 giugno, ripercorre la biografia di Vasari, per cui si comincia con l’apprendistato di Michelangelo nella bottega del Ghirlandaio e con l’incontro con Lorenzo il Magnifico nel Giardino di San Marco, una sorta Accademia ante litteram dove i giovani talenti studiavano le opere e le tecniche artistiche, copiando giorno dopo giorno le collezioni di arte antica dei Medici. Segue lo studio attento del corpo umano, di cui ci racconta il professore di anatomia Peter Abrahams, e la relazione complessa con i vari, eccezionali artisti fiorentini dell’epoca. il film esplora attentamente le opere del genio rinascimentale, partendo dalle cave di Carrara da cui ha attinto i suoi marmi, come racconta Francesca Nicoli dei Laboratori Artistici Nicoli, sino ai segreti dei lavori di più recente attribuzione.
Dalle opere più antiche, come i rilievi marmorei della Madonna della Scala e della Centauromachia conservati a Casa Buonarroti, cui ci introduce il direttore Alessandro Cecchi, si passa ad analizzare il Crocifisso di Santo Spirito in legno policromo, fino alla scoperta dei grandi capolavori pittorici, dal Tondo Doni degli Uffizi alla Deposizione di Cristo nel sepolcro della National Gallery, dalla volta della Cappella Sistina al Giudizio Universale.
Michelangelo. Amore e morte offre la straordinaria possibilità di conoscere anche i bronzi Rothschild, nudi virili in bronzo che cavalcano due pantere. Si tratta degli unici bronzi michelangioleschi sopravvissuti ai secoli e appartenute ai banchieri Rothschild, come spiega Victoria Avery, Conservatrice di Arte Applicate del Museo Fitzwilliam di Cambridge.
Il regista ha inoltre raccolto le testimonianze dei critici d’arte Martin Gayford, Jonathan Jones, Jennifer Sliwka e Cristina Acidini, quella del delegato per i dipartimenti scientifici ed i laboratori di restauro dei Musei Vaticani, Professore Arnold Nesselrath, e quella dell’artista Tania Kovats.
Il docufilm fa parte della stagione della Grande Arte al Cinema, ed è distribuito in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partner Sky Arte HD e MYmovies.it.