MOSCA – Apre il 12 settembre al Museo Pushkin la mostra Raffaello. La Poesia del Volto curata, per la parte italiana, da Marzia Faietti, curatrice del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi, e per quella russa da Viktoria Markova, curatrice di Pittura italiana al Museo Puškin. Si tratta di uno dei più importanti eventi artistici mai realizzati dall’Italia in Russia, sia per il valore inestimabile delle opere sia per il suo significato scientifico. Saranno 11 le opere del Maestro (otto dipinti e tre disegni) in mostra. Cinque dipinti e tre disegni provengono dal Polo museale di Firenze (Gallerie degli Uffizi e Galleria palatina Palazzo Pitti), un dipinto dalla Pinacoteca nazionale di Bologna, un dipinto dalla Galleria nazionale delle Marche e un dipinto dalla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.
L’iconico Autoritratto di Raffaello, che rappresenta una sorta di biglietto da visita dell’Italia nel mondo, verrà esposto in anteprima il 9 settembre in ambasciata, insieme ai ritratti Doni (Agnolo Doni e Maddalena Strozzi) che escono per la prima volta dall’Italia dopo il 1930, all’Estasi di Santa Cecilia, e alla Muta, misteriosa opera di ispirazione leonardesca custodita a Urbino, la città natale del Maestro.
Nel frattempo invece una troupe della emittente russa TV Kultura si trova ad Urbino per realizzare un documentario dedicato alla città natale di Raffaello, proprio in concomitanza con la mostra di Mosca che proseguirà fino all’11 dicembre. La scelta di Raffaello non è casuale, l’artista ha esercitato una grande influenza sulla cultura russa, soprattutto sulla letteratura dall’Ottocento, fino a tempi più recenti.
Sarà invece inaugurata il prossimo 19 settembre, sempre al Museo Puškin, la mostra Piranesi. Prima e dopo. Un’esposizione di primissimo livello con oltre 400 opere dalle maggiori raccolte piranesiane, alla quale si è lavorato per quasi due anni, con il coinvolgimento dell’Istituto italiano di cultura, del Museo di architettura Schusev, dell’Accademia di belle arti di San Pietroburgo, della Regione Veneto e della Fondazione Cini di Venezia. Giovanni Battista Piranesi è uno dei più grandi incisori mai esistiti e con la sua opera, dal XVIII secolo a oggi, ha influito su generazioni di artisti in tutto il mondo. A lui si deve una nuova immagine di Roma, sia antica sia moderna, e la nascita della nuova estetica del neoclassicismo. Le sue tavole incise, segnate da un’intonazione drammatica, appaiono improntate a un’idea di dignità e magnificenza tutta romana, espressa attraverso la grandiosità e l’isolamento degli elementi architettonici, volti a trasmettere quel sentimento sublime di grandezza del passato antico.