TORINO – Realizzato dall’artista franco-svizzero Saype (Belfort 1989) nel Parco archeologico della Porta Palatina di Torino, uno dei luoghi storici della città, Beyond Walls, a cura di Roberto Mastroianni e Filippo Masino, è un ulteriore tassello della “più grande catena umana della storia”, coprendo cinque continenti per un totale di oltre venti città diverse. Quella di Torino è infatti la settima tappa, la prima italiana, di un progetto globale inaugurato a Parigi nel 2019, che ha già toccato luoghi come la Tour Eiffel di Parigi, il muro di Berlino e il memoriale di Ouagadougou in Burkina Faso.
L’opera, accolta presso una delle porte di accesso della città, soglia che delimitava i confini dello spazio cittadino dal mondo esterno, sottolinea il desiderio dell’artista di superare i muri fisici e mentali, invitandoci a intraprendere uno sforzo collettivo per sentirci parte viva di un unico ecosistema, responsabili di un fragile equilibrio che richiede la nostra cura e il nostro impegno individuale.
“L’arte – dichiara Marco Giusta – Assessore dei Diritti, Creatività e Giovani Città di Torino – non solo accende un riflettore internazionale sul nostro territorio, raccontando la bellezza della nostra città, ma ci regala la possibilità di riflettere sui temi che accompagna. Saype è un giovane artista che ci ricorda che i giovani sono il futuro ma anche il presente, e la sua visione della società, più giusta, equa, sostenibile e senza confini ci restituisce la speranza di poterla immaginare, e quindi poterla realizzare. Un’opera d’arte quella di Saype che nella sua bellezza si fa portatrice di una visione del futuro, al di là dei muri, anche quelli invisibili, mani che si stringono e che uniscono al posto di dividere, ricordandoci che siamo tutte e tutti connessi e interdipendenti”.
“Saype – racconta Filippo Masino – Architetto e Curatore – sviluppa con gioia e voglia di sognare il tema della connessione tra le persone, tra i luoghi e le culture, per veicolare attraverso l’immaginazione artistica una coscienza mondiale condivisa. Questo lo fa partendo dal concetto di monumento (dal latino moneo: ricordare, ammonire) e quindi di memoria del passato e raccomandazione per il futuro. Dalla Tour Eiffel al muro di Berlino, al memoriale degli Eroi di Ouagadougou e fino alla Porta Palatina, gli iconici monumenti dei padri diventano sorgenti di forza per un monumento nuovo dedicato alle generazioni di oggi – la grande catena umana dipinta – rappresentando così la loro consapevolezza della preziosa eredità, ma anche delle responsabilità che hanno di fronte alle sfide che le attendono”.
Tutta l’opera dell’artista, il cui vero nome è Guillaume Legros, è realizzata nel totale rispetto della natura ed è costituita da dipinti di dimensioni monumentali realizzati sull’erba grazie all’utilizzo di pigmenti biodegradabili, ideati dall’artista stesso. I dipinti, di natura effimera e di grande impatto visivo, sono nati dall’esperienza maturata da Saype attraverso l’arte di strada, trasformatasi poi verso il linguaggio della land art. I suoi enormi dipinti, che hanno una durata media che varia tra i 15 e i 90 giorni, rappresentano un richiamo alla transitorietà dell’esistenza e alla relazione tra tutte le forme viventi e coniugano la trasversalità e la forza dell’arte urbana alla profondità e all’urgenza della land art, dando vita a una formula visiva del tutto originale.
Spiega Roberto Mastroianni – Filosofo e Curatore: “Arte, impegno sociale ed eco-attivismo, sono queste le coordinate attraverso cui si muove l’azione di Saype. L’artista è capace di dare forma a monumentali interventi pittorici, utilizzando i linguaggi della Street Art e della Land Art, per dare vita a una forma innovativa di intervento artistico ecosostenibile completamente calato nella contemporaneità”.
“I grandi dipinti sull’erba di Saype – afferma Enrica Pagella – Direttrice dei Musei Reali – dimostrano quanto la pittura sia tutt’oggi un terreno di grande ricerca tecnica e visiva, le cui frontiere si ampliano traendo vantaggio dalle tecnologie aeree e dalle potenzialità di riverbero globale sui media, ma mantenendo sempre centrale il talento della mano e l’invenzione dell’artista. I Musei Reali accolgono la sua opera torinese che porta con sé un importante messaggio di umanità e attenzione al rispetto dell’ambiente e che affronta con serietà la sostenibilità dello stesso intervento artistico”.
In questa prima tappa italiana, i Musei Reali ospitano la prima mostra personale in Italia di Saype, incentrata sulla restituzione dell’opera realizzata a Torino all’interno del più ampio progetto Beyond Walls.
Attraverso un percorso espositivo foto-video e installativo, che si snoda in tre sale del piano aulico della Galleria Sabauda, viene ricostruita poetica, carriera e tecnica dei famosi Foot Murales realizzati da Saype in tutto il mondo, rendendo ragione dell’innovativo approccio ai materiali e alla creazione pittorica di grandi figure che ibridano i linguaggi della Street Art con i linguaggi della Land Art. La mostra ospita la restituzione fotografica e descrittiva delle tappe del progetto sinora realizzate (Parigi, Andorra, Ginevra, Berlino, Ouagadougou, Yamoussoukro), in un ambiente immersivo affacciato sui Giardini Reali, la restituzione video del making of del progetto torinese e un’opera site specific di piccole dimensioni realizzata su materiale vegetale all’interno di una sala della Galleria Sabauda. Tutta la mostra dialoga con l’opera realizzata nel parco della Porta Palatina, visibile da uno spazio dedicato all’interno del Palazzo.
Il progetto espositivo è inoltre pensato per diventare elemento di un percorso che coinvolge Porta Palatina, Giardini Reali e Galleria Sabauda, creando un circuito virtuoso tra spazio urbano e spazio museale, e si presenta come un’altra ibridazione tra antico e contemporaneo presente all’interno dei Musei Reali, insieme all’installazione The Ballad of Forgotten Places di Botto&Bruno e la mostra TOward2030. What are you doing? allestite nello stesso piano della Galleria Sabauda.
“La Porta Palatina, riemersa isolata e silenziosa dalle grandi demolizioni del primo’900, – sottolinea Luisa Papotti – Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino – ritrova grazie all’opera di Saype il suo ruolo originario di zona di confine, scambio e contatto. Opera d’arte ecologica ed effimera, ma non per questo meno eloquente, Beyond Walls riporta l’attenzione sul grande lacerto di mura romane, che ancora oggi divide e definisce i quartieri urbani, suggerendoci di farne il fulcro di una riflessione sul futuro della città. Ed aggiunge il proprio ai molti messaggi che i muri della città ci offrono, grazie anche all’iniziativa di Lavazza e Città di Torino.
Lavazza ha infatti deciso di supportare il progetto di Saype, artista con cui condivide visione e valori che faranno da filo conduttore per il Calendario Lavazza 2021.
“Beyond Walls – sottolinea Francesca Lavazza – Board Member Lavazza Group – è un’opera di grande forza visiva e immediatezza. Siamo convinti che l’arte e la sostenibilità siano linguaggi in grado inspirare e modellare il nostro futuro, per questo collaboriamo con artisti che fanno propri i valori della condivisione, del rispetto per l’ambiente e la positività, contribuendo a diffondere e affermare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ormai parte integrante della visione e delle azioni del Gruppo Lavazza.
Beyond Walls-Saype Torino by Valentin Flauraud for Saype @saype_artiste
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Vademecum
BEYOND WALLS. TORINO 2020 by Saype
A cura di Roberto Mastroianni e Filippo Masino
Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda
1 ottobre 2020 – 17 gennaio 2021
Dal martedì alla domenica, orario 9-19